Salita del Menador


Kaiserjägerstrasse:
Panorama mozzafiato e pendenze a doppia cifra

Eccoci a raccontare un’altra bella uscita del nostro gruppo. Quest’oggi destinazione Valsugana per salire sull’Altopiano di Asiago dal lato Trentino scalando la tanto temuta salita del Menador.

Grande partecipazione dei nostri “atleti” richiamati da questa iconica salita trentina. L’obiettivo del giro è la famosa strada di MonteRovere, meglio conosciuta come Kaiserjägerstrasse o meglio ancora Strada del Menador, raggiungere il Passo Vezzena, salire a Millegrobbe e scendere a Luzerna, raggiungere Lavarone e Carbonare per scendere nuovamente in Valsugana dal Valico della Fricca.

Partenza in perfetto orario dal Bicigrill di Castelnuovo. Percorriamo per una ventina di chilometri la ciclabile della Valsugana seguendo il corso del “giovane” Fiume Brenta che ha origine proprio dai Laghi di Levico e Caldonazzo.

Kaiserjägerstrasse

La strada, costruita dal 1914 al 1917dai Kaiserjäger (i cacciatori dell’Impero), miliari austriaci, impiegata per portare i rifornimenti alle truppe sugli altipiani di Folgaria-Luserna-Lavarone.

I primi tornanti incominciano appena fuori dall’abitato di Caldonazzo e noi siamo arrivati con un buon riscaldamento della gamba. Se la percorri in automobile, la salita del Menador, ti sembrerà ripidissima. In bicicletta invece, è esattamente come un ciclista se la aspetta e la desidera: impegnativa e sfidante. Un vero gioiello. I cartelli stradali avvertono che la pendenza è del 12%. Per salire divertendosi è importante tenere una cadenza regolare, senza strappare. Dopo le prime rampe il bosco si dirada per lasciare spazio alle rocce e agli strapiombi del Monte Pegolara.

Il consiglio è di non preoccuparsi troppo dei dati forniti dal ciclo computer. Dimenticati del cronometro e pedala concentrandoti sul paesaggio, godendoti un luogo che sembra senza tempo. Il silenzio regna e i suoni del bosco sono interrotti soltanto dal rumore del respiro e da quello dalle ruote che rotolano lentamente sull’asfalto.

Circa a metà salita siamo stati inghiottiti da due brevi gallerie, due buchi scavati a picconate nella roccia dalle truppe alpine, dove qualche maldestro autista si è incastrato bloccando nei due sensi la strada stretta. Poi due tornanti ancora, più impegnativi dei precedenti. Una delle ultime curve ospita uno spazio-belvedere da cui godere del panorama a valle, dal quale sembra di potersi tuffare direttamente nel lago.

Infine, nell’ultimo tratto la strada si allarga, la pendenza diviene meno ripida e più pedalabile, ci si può godere l’ombra dei larici tra cui filtra il sole caldo: ecco finalmente la cima. Al posto degli applausi e dello speaker sulla linea d’arrivo incontriamo lo sguardo felice degli amici che ci hanno preceduto.

Scalare una strada in salita è sempre un po’ come salire in vetta a una montagna: lì in cima, prima di scendere, c’è quel momento di felicità che deriva dalla piccola soddisfazione personale di avercela fatta. Ci si premia per l’impresa con un sorso di acqua fresca bevuta dalla borraccia o con una gustosa merenda. La felicità è una cosa semplice e a portata di mano.

Risaliamo in bicicletta per raggiungere ancora in salita il Passo Vezzena dove qualcuno approffitta per una breve pausa, una bibita fresca e l’immancavile foto.

Ancora una leggera salita per arrivare a Millegrobbe da dove scendiamo a Luzerna per riempiere le nostre borracce alla grande fontana al centro del paese. La temperatura a questa altitudine è veramente piacevole ed è veramente bello pedalare sull’altopiano ora in direzione di Lavarone e Carbonare.

Da Carbonare comincia la lunga discesa che ci riporterà a valle passando per il Valico della Fricca. Nella lunga galleria la temperatura si abbassa notevolmente. Il gruppo si lancia in discesa lasciando nelle retrovie Presidente e Vicepresidente che sono per l’occasione molto più prudenti o più interessati a godersi il magnifico paesaggio.

Più si scende e più l’aria diventa calda per trasformarsi in un forno raggiunta la Valsugana. Le temperature miti dell’altopiano ora sono solo un ricordo e la ventina di chilometri che mancano per arrivare alle macchine saranno impegnativi per il caldo torrido.

Stanchi, accaldati ma estremamente soddisfatti arriviamo al Bicigrill dove possiamo rinfrescarci alla fontanella e soprattutto reidratarci con un paio di buone birrette fresche. Il terzo tempo è un momento molto apprezzato in gruppo e tutti danno il meglio di se anche in questa occasione.

Un’altra bella “figurina” da aggiungere al nostro album di salite completate e un’altra bella giornata in compagnia da ricordare per un gruppo ormai collaudato di appassionati ciclisti.

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