Pedalando tra le nuvole… senza una goccia!
La destinazione del nostro giro era Soave, con le sue dolci colline verdi, pronte per la vendemmia. Naturalmente, noi non potevamo esimerci dal dare un “contributo” alla causa, fermandoci tra i filari per assaporare il dolce nettare dell’uva direttamente dalla vite. Eh sì, da ciclisti a “vendemmiatori” il passo è breve!
Il meteo? Beh, le previsioni dicevano pioggia. Ma quando mai questo ha fermato i più intrepidi tra noi? Soprattutto se ad accompagnarci c’è Wolfgang, il nostro amico tedesco dai polpacci d’acciaio che, nonostante i soggiorni rilassanti ad Abano, non riesce a resistere a una buona pedalata con il gruppo.
La partenza da Abano è stata, come sempre, puntuale. Sopra di noi, nuvole scure incombevano, cariche di pioggia… proprio nella direzione verso cui stavamo pedalando. Ma siamo partiti lo stesso, perché la pioggia ferma i più deboli (o almeno, è quello che ci diciamo per convincerci). Prima tappa a Lonigo, dove abbiamo mostrato con orgoglio il Santuario di S.Maria dei Miracoli risalente al X secolo (ma forse anche prima) al nostro amico Wolfgang, che ha esclamato “wunderschon” con quel tipico entusiasmo teutonico.
Poi, via a tutta velocità verso Soave, sempre sotto la minaccia costante delle nuvole. La splendida città murata era pronta a proteggerci anche dalla pioggia dispiegando sopra le nostre teste tutta una serie di ombrelli colorati. Sosta caffè, foto, foratura (da fermi!) di Beppi, e di nuovo in sella, questa volta in salita verso Castelcerino.
La discesa sinuosa verso Alpone è stata una vera delizia, ma non ci siamo rilassati troppo: ci attendeva la salita da Roncà fino al Monte Calvarina. Una strada larga e deserta, quasi dimenticata, tanto che la natura ha deciso di riprendersi ciò che è suo, con arbusti ed erbacce che spuntavano ai lati di un malridotto asfalto come per dire: “Qui la strada è nostra!”. La vetta? Una ex base militare abbandonata, con un bar/rifugio che apre… quando gli gira. Per nostra fortuna, oggi era uno di quei giorni, e qualcuno ha approfittato per una bibita e un panino. Rifornimenti meritati!
La discesa dal Monte Calvarina, con il suo panorama mozzafiato sulla pianura padana, ci ha regalato qualche attimo di tranquillità (oltre che di riposo per le gambe), mentre seguivamo la dorsale delle colline verso Selva. Ma non ci facciamo illusioni: c’era ancora da scavalcare i Monti Berici, con quella salita “sempre indigesta” che da Pederiva sale fino a Pozzolo. L’abbiamo affrontata come sempre, con imprecazioni silenziose e sguardi d’intesa, sapendo che una volta in cima, il rientro a casa sarebbe stato su strade ben conosciute e molto più tranquille.
E come non concludere con il nostro amato monte Sereo per poter dire ancora una volta:
“il giro no ze beo, se non femo anca el Sereo“
Alla fine, oltre 150 km, e quasi sette ore di bicicletta ma, incredibile ma vero, non una goccia d’acqua che possa essere definita pioggia. Un applauso dunque ai nostri arditi ciclisti, che nonostante le difficoltà (e qualche imprecazione per l’impegnativo percorso) hanno risposto alla grande alla chiamata in sella del Presidente.