Halloween

Halloween in Bici: Quando il Giro diventa… da Brividi!

Oggi, il nostro mitico gruppo ciclistico “Le Terme” ha deciso di prendersi una pausa dalle solite pedalate per tuffarsi in un’uscita da paura, nel senso letterale del termine. Sarà l’atmosfera di Halloween, sarà che qualcuno si sente un po’ troppo bello, forte e dannato, ma ecco che ci ritroviamo a incrociare i pedali con una serie di giri davvero… spettrali.

L’incubo dei Colli Euganei

Una metà dei nostri intrepidi compagni ha scelto di cimentarsi in un tour da incubo sui Colli Euganei, pare che abbiano optato per la sfida massima, dove le salite ti guardano e sghignazzano sotto i baffi.

Il nostro caro Presidente, solitamente colui che sprona tutti, a questo giro ha deciso di calarsi perfettamente nella parte di Halloween con uno scherzetto da Oscar. Non c’è niente da fare: a ogni uscita che conta, quel sant’uomo del Presidente sa sempre come sorprendere il gruppo, e questa volta ha tirato fuori l’arma segreta… il forfait preventivo! Messaggino WhatsApp, testo sobrio, professionale: “Mi dispiace, ragazzi, ho avuto un contrattempo. Certificato medico allegato. Mi rifarò alla prossima!”

Caccia alle streghe dell’Altopiano dei 7 Comuni

L’altra metà, invece, ha preferito un soft horror: giro delle malghe sull’altopiano di Asiago, dove le zucche sono più amichevoli e i panorami più concilianti. In entrambi i casi, però, il paesaggio autunnale ha rubato la scena, regalando tonalità infuocate e quell’aria fresca che sa tanto di primavera… quando ormai ci eravamo rassegnati al gelo dell’inverno.

Ma attenzione! In questo Halloween, la paura non era data dalle solite gambe molli o dal sudore a rivoli: no, oggi il vero terrore era l’incontro ravvicinato con le streghe. Con le nebbie basse e gli alberi a tratti oscuri e spettrali, qualche ciclista giura di aver visto occhi spiritati sbucare dal sottobosco, e che dire? Pare che la minaccia di un “dolcetto o scherzetto” da parte di una strega appostata dietro un albero secolare abbia dato un’iniezione di adrenalina a chi se la prendeva troppo comoda in salita. Inutile dire che chi era rimasto un po’ indietro è scattato in avanti come il più formidabile degli scalatori.

Dolcetto o scherzetto

Alla fine, fortunatamente, tutti sono riusciti a partar a casa la pelle. Ma il nemico è sempre in agguato e stasera bisogna fare attenzione al “docetto o scherzetto” con castagne, dolci e prosecco… perché si sa: in fondo, il terrore di Halloween per un ciclista è sempre quello di mettere su un etto di troppo.

E per il prossimo Halloween? Chissà, magari un bel giro in notturna con torce e mantelli.

E per LE TERME
Brrrr…. paura

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La Compagna Perfetta

Quando il cuore trova la sua strada

In piedi, al centro della navata, mi trovo immerso nell’emozione del momento. Tutti gli occhi sono puntati su di me, l’organo suona una melodia che non riconosco, ma che in quel contesto sembra scritta apposta per noi. Guardo verso il fondo della chiesa, in attesa che lei faccia il suo ingresso, e la mente mi riporta al primo giorno in cui l’ho vista. Dentro a quel negozio, bellissima, col suo portamento perfetto e quel fascino irresistibile, mi colpì subito.

Mille emozioni mi ritornano in mente. Ricordo come se fosse ieri tutte le passeggiate in città, le nostre fughe in campagna, le gite al mare e quelle avventure appassionate in montagna. Era sempre con me, uniti come in un’unico corpo, fedele e instancabile, e ogni istante passato insieme era una dichiarazione d’amore. Avevo la certezza assoluta di poter contare su di lei: le ho affidato la mia vita, i miei sogni, le mie gioie e persino le mie fragilità, sapendo che non mi avrebbe mai deluso, mai tradito. E ora eccoci qui, il giorno tanto atteso, in cui diventerà mia per sempre.

Gli invitati sussurrano tra loro, sorridono con complicità, forse intuendo la mia trepidazione. I miei amici ciclisti, sistemati nei primi banchi, sempre pronti a commentare e scherzare, mi guardano e mi fanno l’occhiolino con un lampo d’invidia, come a dire: “Beato te, questa volta hai fatto il colpo grosso! Finalmente, te la porti a casa, e non possiamo che farti i nostri complimenti”. Sorrido, pensando alla loro invidia: lei è più bella, più giovane, più elegante di qualsiasi altra. Curvilinea, agile, un fascino senza tempo. Perfetta.

Ed ecco che il grande portone si spalanca, lasciando entrare la luce del sole che la illumina e le regala un’aura quasi irreale. Ogni testa si gira, i mormorii lasciano il posto a un silenzio carico di ammirazione. L’organo ora suona solennemente la marcia nuziale. Lei si avvicina lenta, fiera e maestosa verso di me. Come se il tempo si fosse fermato, mi sento sospeso, ipnotizzato dalla sua presenza. Gli occhi mi brillano, il cuore mi batte forte.

Ora è accanto a me, e la vedo come la più bella del mondo, perfetta per me. Il celebrante pronuncia le parole tanto attese: “Vuoi tu, Flavio Salmistraro, accogliere come tua compagna di vita la qui presente…”. Le mani mi tremano mentre afferro il suo manubrio in fibra di carbonio. Le accarezzo quasi impaciato la sella. È un modello da sogno, le ruote sottili e lucenti, telaio ultraleggero, scintillante gruppo Shimano Dura-Ace di ultimissima generazione, sensori di potenza, di pedalata, di velocità ed accessoriata di tutto punto con il nuovo Garmin Edge 1040 Pro per registrare e memorizzare ogni nostro incontro.

Un suono mi rimbomba nella testa, ora lontano, ma sempre più insistente, mi entra nel cervello e mi scuote… È la sveglia che suona. Sono le 7:00, e mi risveglio con il cuore che batte a mille in un bagno di sudore. Un incubo? No, era un sogno, un sogno bellissimo. Ma è tutto vero, so che giù in garage la mia compagna d’avventura mi aspetta anche oggi, pronta per un altro giro. Gli amici del gruppo Ciclistico Le Terme sono già in strada, e oggi sarà un’altra giornata memorabile.

Un’ultima riflessione prima di uscire dal garage: forse è ora di ridurre il prosecco la sera…

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Occhiobello

Tanta acqua… e un Po di prosecco

Giornata epica su due ruote: “Tranquilli, non piove!”

Sabato 26 ottobre, ore 7:00: le previsioni meteo erano da “Arca di Noè”, con diluvi e venti sferzanti previsti a qualsiasi orario. Si aprono le finestre ma è ancora buio pesto, e, come previsto, piove a dirotto. Alle 8:00, però, nella miglior tradizione ciclistica, qualcuno (inguaribile ottimista) proclama: “Tranquilli, qui a casa mia, non piove più! Si parte!”. E così, in silenzio e pronti a tutto, alle 08:30 ci troviamo a Mezzavia, ciascuno con la sua dose di speranza e un po’ di rassegnazione.

Gli amici di Bologna, intanto, ci chiamano: “Ma voi siete partiti?”. “Certo, voi?”. “Sì, sotto l’acqua!”. La conferma che non siamo soli a giocare con il destino ci rasserena, e ci avviamo risoluti verso Occhiobello. Appuntamento fissato per le 11:30.

Il Duce ci conduce

Con il vento a favore, il presidente, notoriamente amante delle luci della ribalta, non si lascia sfuggire l’occasione di tirare il gruppo, godendosi il suo momento di gloria. Prende il comando con piglio deciso, mulinando vorticosamente le sue tozze gambette, mentre il gruppo lo segue, zitti e un po’ rassegnati a un ritmo più spinto del previsto. Il “Duce” ci guida con sicurezza, facendo sembrare persino il vento a favore come una sua decisione strategica! Il Valter, nel frattempo, cerca di cambiare il percorso almeno tre volte, ma viene prontamente richiamato all’ordine: nessuno può permettersi di variare il percorso tracciato dal Presidente!

L’andatura è buona e siamo addirittura in anticipo sulla tabella di marcia. Decidiamo di fare una breve sosta a Fratta Polesine, giusto il tempo di disturbare un inglese, che pareva proprio trovarsi lì per caso, per scattare due foto. Cosa ci facesse un britannico in mezzo alla desolazione del Polesine in una giornata prettamente londinese è tuttora un mistero.

Arriviamo a Occhiobello e attendiamo gli amici bolognesi proprio sul ponte che collega le due Regioni. Arrivano puntuali, ci passano davanti, salutandoci ma senza riconoscerci. Un secondo e ci guardiamo: “Ma hanno appena tirato dritto?! Ma che cazz…”. Parte la caccia: li inseguiamo ma li raggiungiamo solo al “Dolce Segreto” il locale scelto per il rinfresco.

La disfida del buffet

Ok, finalmente, il momento dei saluti, delle foto di rito per suggellare il gemellaggio… e delle mascelle rotanti che iniziano a lavorare. Spritziamo gioia da tutti i pori mentre l’acqua e la bevande analcoliche rimangono desolatamente abbandonate in un angolo. Al buffet i bolognesi ci danno battaglia ma essendo in evidente inferiorità numerica sono presto sopraffatti. Dopo un contenzioso per il conto “più salato che dolce” e con il buffet saccheggiato, possiamo ripartire, sazi, appesantiti ma contenti.

Costeggiamo per un pò il Po.

Pedaliamo per 15 km sull’argine del grande fiume da Occhiobello a Polesella. Il Po, dopo le abbondanti piogge degli ultimi giorni, è gonfio e imponente ed è uscito dal suo alveo naturale allagando le golene e i pioppeti. Sembra un grande lago in movimento. La quantità d’acqua è tale da impressionare: durante la piena, questo gigante può raggiungere i 10.000 metri cubi al secondo. Che cosa vuol dire? In pratica, il fiume scarica nell’Adriatico l’equivalente di 200.000 fusti di birra ogni secondo! Giusto per dare l’idea…

Il vento contrario che ci sferza ci costringe però a concentrarci più sulla pedalata che a difficili calcoli matematici.

Il rientro

Da Polesella prendiamo la SS16 (conosciuta dalle nostre parti come Strada Battaglia) che ci porterà direttamente al Midway Bridge (conosciuto dalle nostre parti come il ponte di Mezzavia). Come dei gatti in tangenziale superiamo Rovigo e dopo aver attraversato anche il fiume Adige rientriamo in provincia di Padova.

A Stanghella incontriamo il nostro fotografo che, pentito per aver rinunciato alla pedalata, ci ha raggiunto in scooter al rientro. Attraversiamo velocemente Solesino (nomen omen), dove il nome è un enigma meteorologico costante (Sole? Sì? No?) L’incertezza regna sovrana.

L’arrivo a Mezzavia è la degna chiusura della giornata… peccato che il bar “dea tosa” sia chiuso! Ma nulla ci ferma: una tanica di prosecco e bicchieri di plastica appaiono dal nulla (il Valter è un uomo dalle mille risorse), e il brindisi si trasforma in un atto di pura determinazione ciclistica. Festeggiamo alla grande inneggiando con un HIP HIP Hurrà al Gruppo LE TERME.

Un brindisi finale a questa giornata epica, con il sole che solo ora cerca di fare capolino dietro le nubi, ricordandoci che, in fin dei conti, basta una bici, un paio di amici e un po’ di prosecco per rendere perfetta anche la più improbabile delle pedalate!

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Il giorno della Memoria



Oggi ci siamo riuniti al cimitero, in un posto triste, in una giornata grigia e piovosa, per ricordare invece momenti felici con persone che, con la passione per il ciclismo, hanno percorso un pezzo di vita insieme a noi.

Con loro abbiamo percorso migliaia di chilometri, affrontato le salite più dure e le discese più veloci, con loro abbiamo scambiato emozioni, battute e sorrisi.

Ogni pedalata, ogni respiro, ogni curva ci ricorda ora quanto siano stati importanti per noi, non solo come compagni di viaggio, ma come persone, amici, fratelli.

Se oggi ci siamo ritrovati è perché ci sentiamo parte di un gruppo, di una famiglia. Con loro abbiamo condiviso momenti che solo chi pedala può davvero comprendere. Le sfide superate insieme, il vento in faccia, il sole, il caldo, la pioggia, il freddo, la fatica che ci rende più forti: tutto questo ci unisce, ci rende fratelli.

C’è chi pensa che una persona vive finché viene ricordata. E noi, oggi, con questo gesto, li manteniamo vivi nei nostri cuori e nelle nostre menti. Anche se ora sono assenti fisicamente, il loro spirito vive in ogni pedalata che facciamo, in ogni paesaggio che ammiriamo, in ogni sforzo che dedichiamo alle nostre uscite.

Noi abbiamo ereditato il loro progetto, il loro sogno, che è diventato nostro: quello di
mantenere unito questo gruppo con impegno, con passione e con lo stesso spirito di amicizia dei primi giorni.

Siamo consapevoli che un giorno li raggiungeremo, ma fino ad allora, se avremo la possibilità, continueremo a pedalare anche per loro, portando avanti la loro memoria e il loro amore per la bicicletta.

Il ciclismo è un viaggio, e ogni viaggio ha le sue tappe. Loro hanno concluso la loro, ma noi continueremo a portare con noi la loro memoria, affinché non siano mai dimenticati.

Pedalando insieme, oggi e sempre, con tutti loro.

Ciao Santino, Carlo, Vasco, Sandro, Vittorio e tutti gli altri…

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