Il giorno della Memoria



Oggi ci siamo riuniti al cimitero, in un posto triste, in una giornata grigia e piovosa, per ricordare invece momenti felici con persone che, con la passione per il ciclismo, hanno percorso un pezzo di vita insieme a noi.

Con loro abbiamo percorso migliaia di chilometri, affrontato le salite più dure e le discese più veloci, con loro abbiamo scambiato emozioni, battute e sorrisi.

Ogni pedalata, ogni respiro, ogni curva ci ricorda ora quanto siano stati importanti per noi, non solo come compagni di viaggio, ma come persone, amici, fratelli.

Se oggi ci siamo ritrovati è perché ci sentiamo parte di un gruppo, di una famiglia. Con loro abbiamo condiviso momenti che solo chi pedala può davvero comprendere. Le sfide superate insieme, il vento in faccia, il sole, il caldo, la pioggia, il freddo, la fatica che ci rende più forti: tutto questo ci unisce, ci rende fratelli.

C’è chi pensa che una persona vive finché viene ricordata. E noi, oggi, con questo gesto, li manteniamo vivi nei nostri cuori e nelle nostre menti. Anche se ora sono assenti fisicamente, il loro spirito vive in ogni pedalata che facciamo, in ogni paesaggio che ammiriamo, in ogni sforzo che dedichiamo alle nostre uscite.

Noi abbiamo ereditato il loro progetto, il loro sogno, che è diventato nostro: quello di
mantenere unito questo gruppo con impegno, con passione e con lo stesso spirito di amicizia dei primi giorni.

Siamo consapevoli che un giorno li raggiungeremo, ma fino ad allora, se avremo la possibilità, continueremo a pedalare anche per loro, portando avanti la loro memoria e il loro amore per la bicicletta.

Il ciclismo è un viaggio, e ogni viaggio ha le sue tappe. Loro hanno concluso la loro, ma noi continueremo a portare con noi la loro memoria, affinché non siano mai dimenticati.

Pedalando insieme, oggi e sempre, con tutti loro.

Ciao Santino, Carlo, Vasco, Sandro, Vittorio e tutti gli altri…

Condividi:

Colli Bolognesi

Ultime parole famose: Da qui tutta discesa fino a Limena…

Quarta splendida pedalata sulle colline bolognesi, che ci hanno affascinato fin dalla nostra prima volta l’anno scorso.

Abbiamo dovuto cambiare il nostro itinerario a causa degli smottamenti provocati dalle recenti piogge intense ma fortunatamente, gli amici del “Pedale Bolognese” ci hanno fornito preziosi consigli e ci hanno accompagnato per la prima parte del nostro percorso.

Alla partenza da San Lazzaro di Savena alle 08:30 ci attendevano i membri del “Pedalini”, incluso il Presidente Gabriele (sfortunatamente in stampelle) e Carlo, che abbiamo scoperto essere il responsabile dei percorsi e delle foto.

Al bar del Circolo ARCI Benassi abbiamo gustato un buon caffè e una brioche e dopo aver scattato alcune foto siamo partiti.

La mattina era piuttosto fresca, ma la promessa di un miglioramento verso mezzogiorno è stata mantenuta, rendendo l’intero giro molto piacevole.

Dopo una decina di km dalla partenza, saliamo da Botteghino di Zocca a Pianoro per raggiungere la SS65 delle Futa, che seguiamo fino a Loiano e Mondigoro. La salita è costante e priva di strappi significativi. Il traffico non è particolarmente problematico, a meno di non considerare i numerosi motociclisti che accelerano come in MotoGP e affrontano le curve come al Mugello.

La vista sulle colline è avvolgente, con dolci rilievi e vallate coltivate che si estendono a 360°. Sembra un quadro impressionista, con infinite tonalità di verde e marrone su uno sfondo azzurro di un cielo punteggiato da nuvole bianche.

A Monghidoro salutiamo gli amici bolognesi e ci dirigiamo verso Madonna dei Fornelli, dove facciamo una sosta per un panino e un caffè, prima di proseguire in discesa verso San Benedetto Val di Sambro.

Qui la strada diventa veramente un campo di patate, costellata di buche e crepe che ci costringono a continui slalom per evitarle.

Saliamo a Gabbiano, un incantevole e dimenticato borgo in collina, lungo una strada secondaria che si rivela impegnativa ma meno dissestata rispetto alla discesa appena terminata.

Proseguiamo dopo Gabbiamo in direzione di Monzuno, attraversando rapidamente questo splendido paese in collina ma senza soffermarci sulle sue bellezze.

Prima di scendere a Pianoro, ci attende un’ultima difficoltà tutt’altro che banale. Sulla mappa appare come un semplice dentino, ma ha messo a dura prova la nostra determinazione e le nostre residue forze, con una pendenza che si aggira intorno ai 19% -20%.

Pasquale, il Vice-Presidente, che oggi è in locomozione elettrica, “cogliona” il Presidente oggi in evidente difficoltà, ma questo fa parte del gioco.

Da Pianoro (Vecchio e Nuovo) a San Lazzaro di Savena è tutta discesa (tutta discesa fino a Limena diremmo noi) ma un attimo di distrazione del Presidente ci porta fuori percorso. Prontamente richiamato all’ordine dal sempre attento uomo di colore (il Maron) rientriamo in traccia e ci lanciamo (a velocità controllata) verso il parcheggio dove le nostre auto ci stanno aspettando da questa mattina.

Felici per la bella pedalata, entriamo al Circolo ARCI per celebrare la giornata con una birra, mettendo a dura prova la struttura che esaurisce presto i bicchieri per servirla. Il barista, con grande ingegno, ha pensato di servire la fresca e schiumosa bevanda direttamente in caraffe da litro. Un grande… (Evviva l’Emilia Romagna e i Bolognesi).

Detto tra noi…. mi sa che torniamo!!

Il Percorso

… e per LE TERME
HIP HIP HURRA”!!

Condividi:

SOAVE e CALVARINA

Pedalando tra le nuvole… senza una goccia!

… e non serve portarsi l’ombrello da casa.

La destinazione del nostro giro era Soave, con le sue dolci colline verdi, pronte per la vendemmia. Naturalmente, noi non potevamo esimerci dal dare un “contributo” alla causa, fermandoci tra i filari per assaporare il dolce nettare dell’uva direttamente dalla vite. Eh sì, da ciclisti a “vendemmiatori” il passo è breve!

Il meteo? Beh, le previsioni dicevano pioggia. Ma quando mai questo ha fermato i più intrepidi tra noi? Soprattutto se ad accompagnarci c’è Wolfgang, il nostro amico tedesco dai polpacci d’acciaio che, nonostante i soggiorni rilassanti ad Abano, non riesce a resistere a una buona pedalata con il gruppo.

La partenza da Abano è stata, come sempre, puntuale. Sopra di noi, nuvole scure incombevano, cariche di pioggia… proprio nella direzione verso cui stavamo pedalando. Ma siamo partiti lo stesso, perché la pioggia ferma i più deboli (o almeno, è quello che ci diciamo per convincerci). Prima tappa a Lonigo, dove abbiamo mostrato con orgoglio il Santuario di S.Maria dei Miracoli risalente al X secolo (ma forse anche prima) al nostro amico Wolfgang, che ha esclamato “wunderschon” con quel tipico entusiasmo teutonico.

Poi, via a tutta velocità verso Soave, sempre sotto la minaccia costante delle nuvole. La splendida città murata era pronta a proteggerci anche dalla pioggia dispiegando sopra le nostre teste tutta una serie di ombrelli colorati. Sosta caffè, foto, foratura (da fermi!) di Beppi, e di nuovo in sella, questa volta in salita verso Castelcerino.

La discesa sinuosa verso Alpone è stata una vera delizia, ma non ci siamo rilassati troppo: ci attendeva la salita da Roncà fino al Monte Calvarina. Una strada larga e deserta, quasi dimenticata, tanto che la natura ha deciso di riprendersi ciò che è suo, con arbusti ed erbacce che spuntavano ai lati di un malridotto asfalto come per dire: “Qui la strada è nostra!”. La vetta? Una ex base militare abbandonata, con un bar/rifugio che apre… quando gli gira. Per nostra fortuna, oggi era uno di quei giorni, e qualcuno ha approfittato per una bibita e un panino. Rifornimenti meritati!

La discesa dal Monte Calvarina, con il suo panorama mozzafiato sulla pianura padana, ci ha regalato qualche attimo di tranquillità (oltre che di riposo per le gambe), mentre seguivamo la dorsale delle colline verso Selva. Ma non ci facciamo illusioni: c’era ancora da scavalcare i Monti Berici, con quella salita “sempre indigesta” che da Pederiva sale fino a Pozzolo. L’abbiamo affrontata come sempre, con imprecazioni silenziose e sguardi d’intesa, sapendo che una volta in cima, il rientro a casa sarebbe stato su strade ben conosciute e molto più tranquille.

E come non concludere con il nostro amato monte Sereo per poter dire ancora una volta:

il giro no ze beo, se non femo anca el Sereo

Alla fine, oltre 150 km, e quasi sette ore di bicicletta ma, incredibile ma vero, non una goccia d’acqua che possa essere definita pioggia. Un applauso dunque ai nostri arditi ciclisti, che nonostante le difficoltà (e qualche imprecazione per l’impegnativo percorso) hanno risposto alla grande alla chiamata in sella del Presidente.

E ora, si riparte… pronti per la prossima avventura! (se non piove!!) 🚴‍♂️

Condividi:

Lago d’Iseo

Gita in bicicletta sul Lago d’Iseo: un’avventura tra panorami mozzafiato e nuovi amici!

Ieri mattina, dopo una traferta in auto durata due ore, abbiamo intrapreso una nuova emozionante avventura in bicicletta sul Lago d’Iseo. Nonostante il tempo incerto iniziale, il meteo si è rapidamente trasformato, regalando una giornata perfetta per pedalare.

IL GRUPPO

Eravamo in undici, un gruppo affiatato con due ospiti d’eccezione: i nostri amici tedeschi Wolfgang e Klaus, che dopo aver seguito le nostre imprese sul blog, hanno deciso di unirsi a noi per vivere l’esperienza dal vivo.

IL PERCORSO

Il nostro itinerario prevedeva il giro completo del lago, con due deviazioni imperdibili. La prima è stata la salita a Vigolo, una sfida per le gambe ma ampiamente ripagata dalla vista spettacolare sull’intero lago da oltre 800 metri di altezza. La seconda deviazione ci ha portati al Lago di Rendine, un piccolo gioiello incastonato tra le colline, raggiunto con una salita più dolce ma altrettanto suggestiva.

Uno dei momenti clou del giro è stato pedalare sulla splendida ciclabile incavata nella roccia, che costeggia il lato occidentale del lago. Un percorso emozionante e panoramico che ci ha fatto sentire completamente immersi nella natura, con il lago da un lato e le imponenti pareti rocciose dall’altro.

UNA BIRRA IN FRANCIACORTA

Per concludere la giornata, ci siamo fermati immersi nei vigneti della Franciacorta, dove abbiamo scoperto un birrificio locale che ci ha accolto a braccia aperte. Qui abbiamo avuto il piacere di degustare alcune delle loro birre artigianali, prodotte con passione e attenzione ai dettagli, un brindisi perfetto per chiudere questa splendida avventura.

Un ringraziamento speciale a tutto il gruppo per la compagnia e a Wolfgang e Klaus per aver condiviso con noi questa giornata indimenticabile. Alla prossima avventura!


Condividi: