Un Giro “abbondante” di Prosecco

Prefazione

Anche oggi l’organizzazione di questo spettacolare giro sulle Colline del Prosecco è stata impeccabile se non fosse per un paio di punti che effettivamente sono stati sottovalutati:

  1. La scelta del parcheggio sembrava perfetta, all’interno di un parco alberato, con una favolosa pasticceria per il caffè iniziale a 100 metri e un bar che ci avrebbe accolto a braccia aperte al rientro per il terzo tempo. Peccato che il parcheggio fosse un covo di zanzare assatanate che abbiamo sfamato donando loro litri del nostro sangue tra imprecazioni e schiaffi alle gambe salassate. Al rientro abbiamo trovato le auto possedute dai “draculinei” insetti che le hanno usate nel frattempo come incubatrici. Per di più, il tanto desiderato bar era chiuso il sabato pomeriggio, una vera maledizione.
  2. Seguendo il percorso, attentamente studiato dall’infaticabile presidente, a una decina di chilometri dall’arrivo, per cui con oltre 100km e 2200m di dislivello sulle gambe, ecco che improvvisamente una bella e sinuosa discesa si trasforma una lingua di cemento e subito dopo in un sentiero sterrato che anche un mulo avrebbe evitato.

Naturalmente queste piccole difficoltà sono state affrontate e superate con la proverbiale calma dal gruppo che ha trovato subito una strada alternativa per riportarci in “traccia” e soprattutto all’arrivo ha trovato un piccolo bar che ci ha accolti con aria condizionata e una serie di eccellenti birrette artigianali a km zero (si, ma fatte in Friuli con luppolo Californiano).

Per il resto il giro è stato perfetto, panoramico, impegnativo, stimolante, divertente, appagante, ma… che ve lo dico a fare, ormai chi ci conosce sa quanto sono belli i percorsi proposti dal nostro calendario.

Oggi tralasceremo tutto il lungo e spesso noioso resoconto della giornata e lo faremo raccontare dalle immagini che abbiamo raccolto qua e là.

Zona Prosecco DOC

Passo Praderadego

Passo San Boldo

Refrontolo

Collalto

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Recoaro – Campogrosso – Ossario del Pasubio

CAMPOGROSSO
Sempre duro mi fu quest’erto colle,
ma con gli amici in bicicletta, ogni fatica è perfetta,
rende lieve anche il pendio più folle,
tra risate, sudore e un brindisi alla vetta.

Un’altro giovedì da raccontare

I tanti chilometri e le alte temperature previste hanno scoraggiato alcuni di noi.

Dieci ciclisti determinati a completare questa sfida formano lo zoccolo duro del gruppo, pronti a mettersi alla prova in ogni occasione. Partiti da Abano alle 07:30, con una temperatura già intorno ai 30° e un alto tasso di umidità.

Il percorso verso Recoaro Terme, punto di partenza della impegnativa salita a Campogrosso, non ha riservato sorprese, ad eccezione della piacevole scoperta di una nuova e tranquilla stradina. Questo nuovo percorso ci ha condotti da Sovizzo fino a Castelgomberto, dove abbiamo fatto una sosta per un “Coffee Break”.

Da Castelgomberto, dopo aver attraversato Valdagno saliamo a Recoaro Terme in leggera salita. In centro a Recoaro le classiche foto e il primo abbraccio di giornata a una fresca fontanella.

La salita

Qui iniziano le dolenti note. La salita parte appena usciti dal centro di Recoaro e si inerpica sulla montagna attraversando il paesino di Merendaore dove un paio di tornanti soleggiati ci danno del filo da torcere. La salita ha una lunghezza di 11.7 km, un dislivello di 1006 metri e una pendenza media del 8.6% ma sul mio Garmin il numero 8% non l’ho mai visto, ma forse ero distratto o “turbio”. Si sale alla spicciolata qualcuno davanti e qualcuno dietro (io dietro per la verità non avevo nessuno).

Arrivati al Rifugio Campogrosso i primi erano stanchi di aspettare e per non annoiarsi hanno cambiato le camere d’aria alla bicicletta. Il tempo di ingurgitare un panino e bere qualcosa e si riparte in direzione del Pian delle Fugazze che deve essere diventato famoso per i dolci fatti in casa.

Già che ci siamo facciamo un salto all’Ossario del Pasubio che domina Valli del Pasubio (appunto).

Da adesso in poi, tutta discesa fino a Limena come si sul dire. Se in salita ero ultimo e mi facevano male le gambe in discesa avevo dolori alle mani a forza di frenare per mantenere la stessa posizione conquistata con tanta difficoltà. Beati gli ultimi si dice se i primi … conoscono la strada.

Breve pausa alla Farmacia dei Sani (il solito bar a Valli del Pasubio) per poi scendere verso Torrebelvicino e Schio. Da qui in avanti il caldo pomeriggio di fine agosto comincia a farsi sentire assieme agli ormai 100km pedalati. Si attivano i radar per individuare lungo il percorso le fontanelle che ci avrebbero tenuti bagnati e fresci salvandoci la vita.

Attraversiamo il centro di Vicenza ed il gruppo comincia a disunirsi, una parte imbocca la ciclabile, altri la Riviera Berica ma ci si incontra nuovamente a una fontana d’acqua calda.

Cominciamo a visualizzare boccali di birra fresca verso Fossona ma qui il nostro uomo di colore (il Maron) decide di forare facendoci risvegliare dal nostro torpore. Dopo aver sostituito la camera d’aria ed aver alimentato col nostro sangue bollente una nuvola di zanzare, ripartiamo verso Abano dove abbiamo concluso la nostra lunga pedalata davanti al solito bicchierino di birra (forse erano due non ricordo).

 

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Valle del Mis – Passo Cereda – Fiera di Primiero – Croce D’Aune

Un giovedì da leoni

Il giovedì è ormai un appuntamento fisso dedicato alla bellezza, al puro divertimento, all’amicizia e alla passione per la bicicletta. Anche oggi il nostro gruppo ha dimostrato di poter affrontare percorsi iconici, solitamente riservati ai ciclisti professionisti, con spirito di scoperta, ammirazione, entusiasmo e sacrificio.

Il precorso di oggi prevedeva pochissimi metri di pianura e sin dalle prime pedalate da Pedavena all’imbocco della Valle del Mis è stato un continuo e “piacevolissimo” saliscendi attraversando Villabruna, Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi e Sospirolo.

Entrare nella Valle del Mis ci ha regalato un’emozione intensa: il lago, in quell’occasione, mostrava la sua più splendida tonalità di turchese. Con una leggera apprensione e inseguiti da alcune auto, siamo entrati nelle gallerie buie, abbagliati a ogni uscita dal sole che filtrava tra gli alberi e si rifletteva nel lago.

Risaliamo la valle, dove il lago si trasforma nel torrente Mis, che nel corso dei millenni ha scolpito una gola spettacolare, destinazione amata da turisti e appassionati di montagna. La salita verso Gosaldo mette alla prova i polpacci dei ciclisti, ma l’aria fresca offre un piacevole sollievo. Dopo 12 km e un dislivello di circa 700 metri, si raggiunge Gosaldo, dove tutti i partecipanti si riuniscono.

La prossima tappa è il Passo Cereda a metri 1369, che raggiungiamo dopo 8 km in salita. Qui cogliamo l’occasione per una foto di gruppo sotto il cartello del Passo Cereda, quest’anno finalmente ripulito dai numerosi adesivi che solitamente lo coprono.

Dal Cereda a Fiera di Primiero, il percorso sarebbe una lunga e veloce discesa, ma quel sant’uomo del nostro Presidente (lo scrivente), decide di effettuare una deviazione in Val Canali per una sosta al Lago di Welsperg. Tranquillizzati i partecipanti sulla brevità della deviazione, riprendiamo il cammino.

La vista del magnifico laghetto è incantevole, e il bar offre una vasta selezione di prelibatezze per rinvigorire i ciclisti, inclusa una abbondante porzione di strudel che sembra essere squisito. Non si vorrebbe mai ripartire ma il “dovere” ci chiama e risaliamo in sella.

Da Fiera di Primiero all’imbocco della galleria per Canal San Bovo, seguiamo la splendida ciclabile che costeggia il torrente Cismon per tutta la valle. Questo percorso offre panorami mozzafiato, rendendo piacevole pedalare, con la dovuta ammirazione, immersi nel verde.

Verso Lamon, il traffico aumenta significativamente e siamo tralaltro costretti a utilizzare le gallerie, poiché le strade alternative sono abbandonate da tempo e chiuse anche alle biciclette, il che è davvero un peccato.

La prossima sfida è la salita il Croce d’Aune. Una piccola incomprensione divide il gruppo: alcuni scelgono di affrontarla da Sorriva-Servo-Salzen, mentre il percorso meticolosamente preparato dal nostro amato Presidente (sempre chi scrive) prevedeva la salita da Faller. Nessun problema, il punto di arrivo è lo stesso, quindi ci ritroveremo in cima al Monumento dedicato a Tullio Campagnolo, l’inventore del celebre cambio Campagnolo che ha rivoluzionato il mondo del ciclismo.

La fatica appena terminata è già un ricordo lontano, mentre sguardi felici e soddisfatti si incrociano. Si discute delle due diverse salite, ma per ciascuno la più bella, la più lunga e la più impegnativa è quella che ha affrontato personalmente. Prima di iniziare l’ultima discesa verso Pedavena, facciamo il conteggio: ok ci siamo tutti e 18, incluso il grande Mauro che, anche questa volta, ci ha accompagnato facentifunzione di autista dell’ammiraglia e fotografo.

La discesa verso Pedavena è un’autentica corsa a tutta birra. Nella mente dei ciclisti si materializzano visioni di freschi boccali traboccanti, simili a oasi immaginarie per un viaggiatore sperduto nel deserto. Il terzo tempo nella rinomata Fabbrica di Pedavena è segnato da brindisi, calici alzati, panini, toast, fritti di ogni genere e tanta, tanta, tanta buona compagnia.

…e per Le Terme
Yabadabadooooooo

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Doping a tutta birra…

Fonte Wikipedia:
Il doping (in italiano drogaggio o dopaggio) consiste nell’uso da parte di un atleta di una sostanza illecita, di una droga o di una pratica medica a scopo non terapeutico, ma finalizzato al miglioramento dell’efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva agonistica e non. II ricorso al doping avviene spesso in vista o in occasione di una competizione agonistica, è un’infrazione sia dell’etica dello sport, sia dei regolamenti dei comitati olimpici sia della legislazione penale italiana ed espone ad effetti nocivi alla salute, a volte anche mortali.


Cari amici ciclisti,
oggi abbiamo assistito a una delle pedalate più… come dire… “energiche” delle nostre domeniche. Tutto è iniziato come al solito: saluti, pacche sulle spalle, “pronti, via!”. Ma a un certo punto qualcosa è cambiato.

Avete presente quando un ciclista ti passa così veloce che ti viene il dubbio se abbia un motore nascosto? Bene, oggi sembrava che metà del gruppo fosse dotato di razzi sotto la sella. C’era chi scattava in salita come fosse in discesa, chi sorrideva maliziosamente mentre versava strani liquidi dalle bustine colorate nelle borracce… Ho visto uno riempirsi la borraccia con qualcosa che somigliava più a un filtro magico che a un integratore sportivo.

Ho visto gambe che trasudavano una strana schiuma bianca (tipo quella della birra), uno che in salita continuava a scattarmi in faccia, per poi aspettarmi, farsi sorpassare e ripetere l’operazione almeno una decina di volte (strano no?), un’altro sempre attento a non superare i 110 battiti cardiaci oggi aveva le bave alla bocca e occhi sbarrati, qualcuno che normalmente usa la bici elettrica oggi pedalava con la muscolare tirando tutto il gruppo a velocità inaudite come se in tasca avesse una confezione di batterie Duracel+.

Ma il vero spettacolo è iniziato durante il rientro da Barbarano, oggi sembrava una gara tra supereroi sotto steroidi. Nessuno si fermava più ai semafori, i cavalcavia erano diventati un semplice inconveniente e la velocità media era degna di una cronometro professionistica. Normalmente a queste velocità qualcuno comincia a brontolare e si stacca… oggi non ha fiatato nessuno e soprattutto nessuno ha mollato. A un certo punto ho avuto paura che potesse succedere “il peggio”. Alcuni si guardavano intorno sospettosi, come se fossero in un film di spionaggio: bustine che si aprivano furtivamente, occhi sfuggenti e mani veloci.

Il presidente, notoriamente uomo dal pugno di ferro e dalle gambe d’acciaio (per questo per evitare la ruggine non può bere acqua), ha iniziato a prendere appunti mentali. A fine corsa ci ha minacciati tutti con il temuto “prelievo di sangue e urine all’arrivo”. A quel punto, si è cominciato a vedere volti sbiancare (e non certo per la fatica) e molti hanno gettato nel fosso le loro polverine. Chi sa cosa sarebbe emerso da quei test? Doping da cicloamatori? Magari una nuova forma di carburante basata sulla birra?

Sì, perché all’aperitivo finale, la situazione non è migliorata. Di solito ci si rilassa con un paio di aperitivi ibridi (analcolici ma con aggiunta di prosecco), ma oggi… tutti a ordinare birra bionda media, in “tazza grande”! Qualcosa non quadrava. Gli animi erano surriscaldati, ma soprattutto, straordinariamente euforici. Tra una risata e l’altra, c’era un’aria di eccitazione inusuale. Mi sono chiesto: ma forse questa birra ha qualcosa di speciale? Un nuovo integratore camuffato sotto spoglie di luppolo?

Ciclisti Le Terme bei fusti (di birra)

Insomma, attendiamo con ansia l’esito del controllo antidoping. Anche se, a dirla tutta, sono abbastanza certo che scopriremo una nuova generazione di ciclisti… alimentati a birra e polverine magiche.

Nel frattempo, cari amici, occhio alla borraccia del compagno di pedalata e soprattutto… alla velocità! Ché al prossimo giro potremmo trovarci tutti a dover spiegare le nostre alterate prestazioni al presidente che per l’anno prossimo ha già ipotizzato una tessera di iscrizione a punti (a scalare tipo patente) con possibilità di ritiro della bicicletta.

Alla prossima,
Un alcoolciclista anonimo (ancora pulito, giuro!)

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