Recoaro – Campogrosso – Ossario del Pasubio

CAMPOGROSSO
Sempre duro mi fu quest’erto colle,
ma con gli amici in bicicletta, ogni fatica è perfetta,
rende lieve anche il pendio più folle,
tra risate, sudore e un brindisi alla vetta.

Un’altro giovedì da raccontare

I tanti chilometri e le alte temperature previste hanno scoraggiato alcuni di noi.

Dieci ciclisti determinati a completare questa sfida formano lo zoccolo duro del gruppo, pronti a mettersi alla prova in ogni occasione. Partiti da Abano alle 07:30, con una temperatura già intorno ai 30° e un alto tasso di umidità.

Il percorso verso Recoaro Terme, punto di partenza della impegnativa salita a Campogrosso, non ha riservato sorprese, ad eccezione della piacevole scoperta di una nuova e tranquilla stradina. Questo nuovo percorso ci ha condotti da Sovizzo fino a Castelgomberto, dove abbiamo fatto una sosta per un “Coffee Break”.

Da Castelgomberto, dopo aver attraversato Valdagno saliamo a Recoaro Terme in leggera salita. In centro a Recoaro le classiche foto e il primo abbraccio di giornata a una fresca fontanella.

La salita

Qui iniziano le dolenti note. La salita parte appena usciti dal centro di Recoaro e si inerpica sulla montagna attraversando il paesino di Merendaore dove un paio di tornanti soleggiati ci danno del filo da torcere. La salita ha una lunghezza di 11.7 km, un dislivello di 1006 metri e una pendenza media del 8.6% ma sul mio Garmin il numero 8% non l’ho mai visto, ma forse ero distratto o “turbio”. Si sale alla spicciolata qualcuno davanti e qualcuno dietro (io dietro per la verità non avevo nessuno).

Arrivati al Rifugio Campogrosso i primi erano stanchi di aspettare e per non annoiarsi hanno cambiato le camere d’aria alla bicicletta. Il tempo di ingurgitare un panino e bere qualcosa e si riparte in direzione del Pian delle Fugazze che deve essere diventato famoso per i dolci fatti in casa.

Già che ci siamo facciamo un salto all’Ossario del Pasubio che domina Valli del Pasubio (appunto).

Da adesso in poi, tutta discesa fino a Limena come si sul dire. Se in salita ero ultimo e mi facevano male le gambe in discesa avevo dolori alle mani a forza di frenare per mantenere la stessa posizione conquistata con tanta difficoltà. Beati gli ultimi si dice se i primi … conoscono la strada.

Breve pausa alla Farmacia dei Sani (il solito bar a Valli del Pasubio) per poi scendere verso Torrebelvicino e Schio. Da qui in avanti il caldo pomeriggio di fine agosto comincia a farsi sentire assieme agli ormai 100km pedalati. Si attivano i radar per individuare lungo il percorso le fontanelle che ci avrebbero tenuti bagnati e fresci salvandoci la vita.

Attraversiamo il centro di Vicenza ed il gruppo comincia a disunirsi, una parte imbocca la ciclabile, altri la Riviera Berica ma ci si incontra nuovamente a una fontana d’acqua calda.

Cominciamo a visualizzare boccali di birra fresca verso Fossona ma qui il nostro uomo di colore (il Maron) decide di forare facendoci risvegliare dal nostro torpore. Dopo aver sostituito la camera d’aria ed aver alimentato col nostro sangue bollente una nuvola di zanzare, ripartiamo verso Abano dove abbiamo concluso la nostra lunga pedalata davanti al solito bicchierino di birra (forse erano due non ricordo).

 

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