Ciclisti “Le Terme” a Sottomarina, e i Puffi a Chioggia

Recuperiamo l’uscita alla diga di Sottomarina rinviata per brutto tempo lunedì di Pasquetta

Domenica 7 aprile 2024

Trenta ciclisti “termali” che per la prima volta potevano sfoggiare la loro nuova e modernissima divisa si sono dati appuntamento al famoso ponte di Mezzavia. La giornata primaverile ha consigliato a molti di scoprire definitivamente polpacci e braccia che dopo il lungo periodo di copertura invernale risultano bianche come il famoso marmo di Carrara (non ho mai capito quale delle Due produce marmo). La temperatura alle otto del mattino era ancora fresca e una leggera foschia ci ha accompagnato per la prima parte del percorso.

Gli occhi di tutti a controllare la divisa del ciclista che li precede per apprezzarne le novità e per scovare eventuali criticità da riportare ai responsabili dell’abbigliamento. In estrema sintesi tutti sono soddisfatti della nuova grafica che con la sfumatura alta e il fondello nero, slancia le forme anche ai più rotondi di noi.

L’avvicinamento a Sottomarina procede secondo le nostre ormai collaudate velocità e soste. Qualcuno come sempre si avvantaggiava per avere il tempo di piazzarsi e scattare delle foto al gruppone in movimento.

I Puffi

L’ingresso in Sottomarina dei trenta ciclisti in blu, ha scatenato la curiosità dei passanti e una bambina sul marciapiede grida gioiosamente: “Mamma, mamma, guardi, i puffi in bicicletta

Appuntamento imprescindibile la foto in diga per avere il mare sullo sfondo, ma oggi eravamo così tanti che abbiamo offuscato anche il mare.

Attraversiamo slalomeggiando “Chioggia in Fiore” tra bancarelle di fiori colorati e tanta gente a passeggio per arrivare al solito bar per il caffè e un macchiatone. E’ d’obbligo anche la visita alla famosa toilette del bar, il cui ingresso, vista l’alta affluenza, dovrebbe essere contingentata con la Cappella degli Scrovegni a Padova.

Ci ricongiungiamo con Eros che partito con qualche minuto di ritardo arriva nella cittadina Adriatica probabilmente anche prima di noi.

Siamo pronti a ripartire e il lungo corteo (da non confondere con coltello) di ciclisti in blu riprende il percorso puntando con decisione ai Colli Euganei che, sparita la foschia iniziale, sono ben visibili sin dalla Laguna.

Ancora Cesare a fare un’andatura regolare con la sua bici ibrida in testa al gruppo (dovremo metterlo a busta paga).

Nulla da segnalare se non la grande attenzione di tutti nel rimanere in scia al gruppo e nel segnalare le temutissime auto in arrivo. Un cenno particolare merita il più grande di noi, Mr. Roberto Buson, che con i suoi 80 anni (e oltre) tiene il passo di tutti senza l’assistenza elettrica a cui molti suoi coetanei si sono ormai dovuti arrendere. Grande!!

Rientro al Ponte di Mezzavia (vedi foto) nei tempi previsti e senza nessun intoppo, pronti a pranzare con la famiglia e a goderci i tepori pomeridiani con una passeggiata in una bella e soleggiata domenica di Aprile.

Attenendomi ai numerosi consigli ricevuti, sto pianificando di pubblicare una raccolta dei miei emozionanti racconti di cicloturismo in un volume che presto sarà disponibile nelle principali librerie e sui siti web specializzati in letteratura. Per affrontare i costi di stampa, ho considerato l’opzione di aprire le pre-ordinazioni del libro, offrendo uno sconto esclusivo ai membri iscritti al blog.

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Abano – Recoaro – Passo Xon

Dopo essere stato rimosso, attraverso un’unanime decisione, dalla mia carica di cronista del gruppo, avverto una certa esitazione nel descrivere l’esperienza vissuta oggi. Ciò nonostante, considerato che il più titolato Ivano non è ancora pronto per affrontare questo tipo di performance sportive, mi trovo a doverlo rimpiazzare, e giusto per questa occasione, riprendendo il ruolo che avevo conquistato con tanta dedizione.

La mera cronaca

Ore 08:30 – Un nutrito drappello di intrepidi ciclisti sono partiti dalla ridente cittadina termale di Abano per raggiungere la consorella Recoaro in provincia di Vicenza che tuttavia negli ultimi anni ha perso gran parte del suo carattere termale. Si tratta di un percorso di cira 155km, solo per chi parte da Abano mentre io ne ho contati 183, con una difficoltà altimetrica di 1200m.

Ore 09:30 – Il primo intervallo a Longare, sosta idraulica in piena ciclabile, e con la stessa mano ferma una foto di tutto il gruppo, prima della scissione. Scambiamo un saluto veloce con gli amici che optano per un itinerario meno esigente del nostro, e rimasti in dieci siamo subito pronti a rimetterci in marcia, più determinati che pria.

Ore 10:00 – Dopo esserci misurati con la faticosa ascesa nota come “Michelangelo” e raggiunta la dorsale, perdiamo altri due componenti del nostro gruppo che abbiamo subdolamente indirizzato a scalare per la prima volta la disumana salita che da Sant’Agostino porta a Perarolo, detta la “maledetta” o “il cavatappi”. Abbiamo deliberatamente omesso di riferire loro questi soprannomi per non demoralizzarli. Contattati in seguito ho chiesto loro come fosse andata. Mi hanno risposto usando le stesse imprecazioni di Cico, l’amico di Zagor, quello dei fumetti (ricordate?), con parolacce tipo Acc!, Malediz!, Dannazz! (poteva andarmi anche peggio).

Ore 10:30 – Ridotti definitivamente a otto unità giungiamo a Sovizzo da dove parte la salita che ci porterà a Sant’Urbano. Il primo tratto abbastanza impegnativo (un bravo cronista parlerebbe di pendenze a due cifre, ma Ivano non c’è! ). Durante la salita ci accompagna un nugolo di corvi neri dal gracidio sinistro. Sono uccelli considerati di cattivo auspicio, e il presagio di una imminente foratura si fa strada nella mia mente. Gli uccelli persistono nel seguirci, simili ad avvoltoi che annusano la morte del cowboy che avanza lentamente e solitario sul suo cavallo stremato nel deserto, pronti a pasteggiare sui resti dei loro corpi.

Ore 11:00 – Indenne da forature, ci avventuriamo sulla tortuosa strada che si snoda lungo la cresta della collina, per poi scendere bruscamente verso Castelgomberto. Qui, ci concediamo una pausa, gustando un caffè e un macchiatone, accompagnati da alcune soffici brioches (o “brioss”, come avrebbe più elegantemente scritto l’Ivano). Non manca chi, invece, si dedica con gusto all’assaporare un succulento panino farcito.

Ore 11:30 – Con il Presidente sempre a dettare l’andatura, attraversiamo il centro di Valdagno e saliamo pedalando sul largo stradone che ci condurrà a Recoaro. Il Presidente (lo scrivente n.d.r.), figura centrale di questa narrazione, scatta con vigore sorprendente, seminando gli altri ciclisti ammutoliti dalla sua impetuosa accelerazione. Invano tentano di raggiungerlo; ormai, le porte di Recoaro lo accolgono trionfante. Intanto, da fondo gruppo si leva un mormorio: qual era l’ingrediente segreto della mezza brioche del Presidente, capace di scatenare una verve così travolgente?

Ore 12:30 – In centro a Recoaro, ci concediamo una pausa per scattare un’ulteriore memorabile fotografia. Coloro che in precedenza si sono deliziati con il succulento panino farcito, ora si attardano curiosi davanti a uno stand che offre formaggi d’alpeggio e addentano con entusiasmo una mezza forma di formaggio stagionato.

Nell’attesa dei distratti dal formaggio si socializza con un indigeno (nativo di Recoaro) che in bocca sfoggia 5/6 denti alternati ad incastro (tre sotto e due sopra) dei 32 che madre natura gli aveva inizialmente fornito. Ci ricorda che ai tempi d’oro Recoaro era denominata la Valle Smeraldo per i suoi colori o anche la Valle delle Lacrime per le frequenti piogge che alimentavano le miracolose fonti dell’acqua di Recoaro. Ora invece, sempre a suo dire, i corrotti politici locali hanno rovinato tutto e dove fino a qualche anno fa sorgevano le famose Terme tra rigogliose ortensie ora regnano erbacce e abbandono.

Ore 13:00 – Dal centro di Recoaro imbocchiamo la salita che porta dopo 4km a Passo Xon. Si sale alla spicciolata e quelli del panino e del formaggio si attardano. Probabilmente la troppa alimentazione ha provocato l’effetto contrario. Il fiato si fa corto e l’organismo devia tutte le energie verso la digestione a discapito della forrza muscolare necessaria per pedalare con vigore.

Il Pianeta delle scimmie

D’improvviso, emergendo dal folto della vegetazione, mi sembra di scorgere un buffo esemplare di scimmia che, con un misto di derisione e incitamento, si fa beffa dei ciclisti in difficoltà offrendolo loro ancora qualcosa da mangiare e li esorta a non mollare.

Passo Xon

Ore 13:30 – Raggiungiamo finalmente la cima del Passo Xon (700m s.l.m.), che sebbene non sia maestoso come lo Stelvio, ci offre comunque un ottimo pretesto per scendere dalle nostre biciclette e scattare (con un pizzico di narcisismo) delle foto ricordo.

Bene ora si riparte. Il percorso si snoda in una veloce discesa che serpeggia fino a Staro, proseguendo poi verso Valli del Pasubio. Giunti a Staro, ci si imbatte in uno spettacolo inaspettato: un gigantesco scoiattolo sembra pronto a scagliare una enorme ghianda. In questa occasione, non sono il solo a essere catturato da tale visione come prima per la scimmia, così ci fermiamo tutti per immortalare l’insolito momento con una fotografia. Tutti tranne Walter, che, probabilmente spaventato dall’enorme creatura, ha preso la via della fuga a tutta velocità.

Ore 13:45 – Giunti a Valli del Pasubio si è fatta l’ora di mangiare qualcosina.
Qualcosina? Siamo entrati in Farmacia. Farmacia? Si un bar che si chiama proprio così “La Farmacia dei sani”. Qui siamo andati all’assalto di tramezzini e panini come se non ci fosse un domani. ll buffet, ricco di appetitosi stuzzichini, è stato letteralmente spazzato via dal nostro impeto goloso, sotto gli occhi divertiti degli altri clienti. Che figure….di m….

Ore 14:00 – Espletato anche l’incombenza dell’alimentazione non ci resta che rimetterci in viaggio. Da qui mancano solo una settantina di chilometri per Tornare ad Abano e al motto di “tanto da qui è tutta discesa fino a Limena” il presidente si rimette alla testa del suo grappolo di audaci ciclisti e si lancia a velocità sostenuta verso casa.

Ore 16:15 – Raggiungiamo Abano, la nostra destinazione termale, dopo aver attraversato in veloce successione Schio, Malo, e Vicenza ci ritroviamo ora su strade che ben conosciamo, procedendo uno dietro l’altro. La velocità ora è controllata anche per dare modo a tutti di rimanere agganciati al gruppo. Salutiamo prima Simone che si divide dal gruppo a Fossona in direzione Selvazzano. Poco dopo sparisce nel nulla (come era venuto) anche il Mario, un estroso personaggio, ma buon pedalatore, che ci ha seguito oggi per la seconda volta. A Monterosso è la volta di Marco, che è già arrivato a casa. A Montegrotto non salutiamo Mauro che pensavamo ci seguisse e invece è rincasato anche lui. Rimangono dunque il Presidente, il Paolo, il Maron e il Walter che come da tradizione, se superano i 150km si fermano per festeggiare la bella giornata davanti a un bel bicchiere di birra media.

E anche oggi alla fine …. una bella media

Mi auguro che il racconto di questo nostro viaggio in bicicletta riesca a trasmettere l’essenza della passione che ci motiva a pedalare incessantemente per ore. Di fronte alla domanda “perché lo fate?” o “ma chi ve lo fa fare”, spesso rimaniamo senza parole; è complesso spiegare a parole ciò che ci anima. Tuttavia, al termine di una giornata come questa, ci sentiamo appagati, soprattutto interiormente. Uno sguardo reciproco è sufficiente per comprendere che i nostri compagni di avventura, e chiunque pratichi il ciclismo, conosce il significato non detto di ciò che proviamo.

Ora rientro disciplinatamente nei ranghi e lascerò il ruolo di cronista all’amico Ivano, che con più maestria di me saprà narrarvi le nostre scorribande. Solo un clamoroso appello popolare potrebbe indurmi a riprendere questo incarico, o nel caso in cui Ivano si dimettesse, designandomi come suo degno erede.

L’alternativa potrebbe essere anche quella di lanciare su WhatsApp un, ulteriore, sondaggio popolare….

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Scherzetto del 1° Aprile?

SOTTOMARINA

Di seguito proponiamo il colorito resoconto dell’audace spedizione mattutina di alcuni nostri soci che, abbandonati dal resto del gruppo e dopo aver tentato inutilmente di coinvolgere il presidente suonando insistentemente il campanello della sua abitazione alle prime ore del mattino, hanno deciso di intraprendere comunque la programmata uscita a Sottomarina.

1° Aprile si ripete il famoso scherzetto del “Pesse Bauco

Pasquetta bagnata

di Ivano Zaghetto

Stamattina Claudio il grande, in barba all’annullamento del giro decretato dal presidente causa paura da pioggia, postava sul gruppo WhatsApp verso l’ottava ora il mitico grido: ore 8,00 al ponte di Mezzavia “chi c’è c’è !”.

Rispose positivamente il buon Walter di una delle due Carrare ed a seguire, tempestivamente, accolse l’appello un famoso pentito dell’ultima ora, del quale non si fa il nome, ma nella fattispecie: lo scrivente (Ivano n.d.r.).

Con lo stato d’animo alle stelle i nostri tre moschettieri andarono di buona lena incontro al soleggiato mare Adriatico. Alla diga arrivarono asciutti fino al collo e si fecero immortalare da una fotografa da loro costretta ma alla quale, gentilmente, le fu detto che poteva vederli stasera su Rai 3 alle 21,03.

Da sinistra: Lo Scrivente, il buon Valter e il grande Claudio

Brioss e baruffe chiozzotte

I nostri eroi si portarono, cabotando la laguna, in una prestigiosa location per il classico macchiatone, caffè decaffeinato, brioss ecc.. Qui si accese una violenta disputa tra due dei nostri per fare a gara chi si prendeva la parte migliore della brioss da condividere, per la quale, per ogni altro dettaglio si rimanda alla conferenza stampa dei tre che andrà in onda stasera su Rai tre dopo le 21 e zero tre.

Il cabotaggio della laguna prosegui fino alla traversata sullo storico ponte di legno che portava verso la metropoli di Chioggia nuova. Indi, si diressero verso la storicissima Ca’Pasqua, ma, un attimo prima, all’unisono, presero l’importante decisione di non seguire il tracciato classico e girare a dx per via Ca’Grassi, un’importante arteria super trafficata.

Che l’Iddio la mandava

Ma fatale fu la decisione, subito si scatenò sui pur forti corpi dei tre un pioggia molto battente che l’Iddio la mandava, a tal punto che gli occhiali da sole crogiolavano di rigagnoli di acqua corrente tipo quegli sul parabris senza tergi.

Ma fortuna fu, che nel centro abitato di Pontelongo la pioggia andò a cessare, tanto che Claudio il grande decise per tutti che conveniva fermarsi sotto ad un portico nel centro storico di Pontelongo. (hanno aspettato che cessasse per fermarsi n.d.r.)

Tutto proseguì per il meglio, tanto che lungo un famoso corso d’acqua veneto (il Bacchiglione), nei pressi dell’aperta campagna tra Bovolenta e Casalserugo, una pioggerellina di marzo in ritardo incocciò contro i loro occhi privi allor degli occhiali senza tergi.

Brombi fino al midollo

Senonchè, giusto per non farsi mancare niente, nei pressi di Casalserugo la pioggia riprese i suoi connotati di aprile e, brombi fino al midollo, arrivarono nel paese del presidente (Maserà) dove il mitico trio si sciolse come neve al sole.

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Domenica delle Palme

Giro delle mura di Este Classico

La primavera ha fatto il suo ingresso ufficiale nel nostro calendario ciclistico del 2024 e, nonostante l’aria ancora fresca e pungente, il cielo limpido e azzurro sprona numerosi appassionati a scoprire finalmente almeno i polpacci. Oggi abbiamo in previsione un altro giro tranquillo attorno ai colli euganei e questo ha richiamato alla partenza una trentina di “corridori” oltre a due simpatici tedeschi ospiti in questi giorni nella ridente località termale.

Il gemellaggio

Prima della partenza dalla splendida Abano Terme, abbiamo avuto l’onore di consolidare ufficialmente il gemellaggio con il rinomato Radclub Muenster (Germania). Questo importante evento ha rappresentato un significativo momento di fraternizzazione e scambio culturale tra i nostri due gruppi appassionati di ciclismo. Ringraziamo gli amici Wolfgang e Christian per per aver partecipato alle nostre uscite durante il loro soggiorno nella cittadina termale.

Naturalmente speriamo di avere l’opportunità di ospitare ancora altri appassionati ciclisti desiderosi di esplorare e scoprire le meraviglie della nostra incantevole regione.

Durante il nostro itinerario odierno, abbiamo incrociato numerosi gruppi di appassionati ciclisti. Abbiamo consapevolmente lasciato che alcuni di loro ci sorpassassero, evitando così di essere coinvolti in competizioni eccessive che potrebbero rivelarsi rischiose sulle trafficate strade. Un affannoso saluto in corsa ci è stato rivolto dal famoso ciclista Righetto (Senior) del Gruppo Stra Alpe, un momento breve ma significativo. Personalmente ho cercato di rincorrerlo, almeno per ricambiare il saluto, ma non sono riuscito ad accodarmi.

Dopo la consueta foto davanti al castello di Valbona ci siamo divisi, qualcuno ha affrontato la salita di via Sant’Antonio altri ci hanno dato appuntamento per il caffè in centro a Lozzo

Riprendiamo il viaggio rinvigoriti da un energico caffè e qualche macchiatone e raggiungiamo Este, fiancheggiando le sue antiche mura medievali. Qui, purtroppo, si materializza la sfortunata profezia di una foratura che colpisce il presidente quasi a ogni uscita, suscitando lo stupore e l’incredulità generale. Sorprendentemente, delle 30 biciclette (per cui 60 ruote) che hanno percorso lo stesso tratto, solo la sua ha avuto la sfortuna di incappare in una spina, lasciando il presidente senza parole per descrivere la propria frustrazione.

Mi è venuto il dubbio che la foratura sia stata auspicata dal nostro uomo di colore (il Maron) che non vedeva l’ora di provare il suo nuovo acquisto: un mini compressore tascabile che gonfia la camera d’aria eliminando pompa e bomboletta. Per la cronaca ha funzionato alla grande.

Sconsolato e riflettendo amaramente sulle azioni passate che potrebbero aver portato a tanta malasorte, il Presidente accompagnato dai suoi fedelissimi compagni riprende la via di casa tra irripetibili improperi che vi lascio facilmente indovinare.

Se questo è stato solo un assaggio del nostro avvicinamento alla Pasqua, potete solo immaginare cosa ci riserverà la Settimana Santa che ci attende con la sua “passione”. Ad ogni modo tutto è bene ciò che finisce bene e non ci resta che annoverare anche questa uscita tra quelle da ricordare.

Ancora Torreselle

Probabilmente ispirati dai racconti entusiastici dei partecipanti, alcuni amici hanno deciso di intraprendere oggi lo stesso itinerario che alcuni di noi hanno seguito giovedì scorso. Osservando le loro espressioni, traspare anche in loro una grande soddisfazione. Bravissimi tutti.

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