I tre “passi” delle Terme

Passo Rolle – Passo San Pellegrino – Passo Valles

Dopo un anno da buon pensionato, con appostamenti nei vari cantieri e sulle panchine dei giardini aspettando il tramonto, ho deciso di prendermi un meritato periodo di vacanza in montagna.

Il progetto era di fare una vacanza all’insegna del relax con lunghe passeggiate immerso nella natura e letture dei libri accuratamente selezionati per l’occasione ma all’ultimo momento, caricando la mia monovolume giapponese, mi sono accorto che c’era ancora lo spazio necessario per portare con me anche le mie amate: la moglie e la bicicletta.

Passo Rolle

Arrivato a destinazione ho dedicato i primi tre giorni alla prima (la moglie) e per non fare differenze ho successivamente organizzato un giretto in bici sui monti attorno a Fiera di Primiero con il mio amico Paolo Maragotto che mi ha raggiunto giovedì mattina assieme a Simonetta Bernardi, anche lei in vacanza in queste zone.

Appuntamento a Siror ai piedi della salita che, passando da San Martino di Castrozza, porta dopo 21,5 Km al famoso passo Rolle. L’idea era di salire al Rolle, al Valles e scendere nella valle agordina per risalire da Forcella Aurine e Passo Cereda e ritornare a Siror (96km 3100m a.).

La partenza a freddo, senza un minimo di riscaldamento, non è stata semplice e la salita, pur non durissima, non dava modo di rifiatare per tutti i suoi 21 km. Arrivati a San Martino abbiamo approfittato di una pausa caffè per spezzare la salita e una volta ripartiti abbiamo lentamente conquistato la vetta ammirando il meraviglioso paesaggio che questa splendida giornata di sole ci stava regalando.

Moena

Siamo scesi verso Paneveggio e al bivio per il Passo Valles abbiamo deciso di cambiare il nostro percorso proseguendo verso Predazzo e Moena per affrontare poi il San Pellegrino, Il Valles e il Rolle al contrario. Questo avrebbe significato prolungare il nostro percorso di circa 10 km mantenendo praticamente invariata l’altimetria.

La lunga discesa fino a Predazzo ci ha portato in val di Fassa e dopo 10 km di falsopiano alla bella Moena immersa nel verde e nei coloratissimi vasi fioriti che illuminavano la conosciutissima località dolomitica.

Dal centro di Moena parte la salita del San Pellegrino. Si tratta di 11 km all’6% medio con punte del 14% come viene opportunamente indicato dal cartello di pericolo che troviamo lungo il percorso. La salita è lunga e snervante ma la fatica viene attenuata dalla bellezza della valle che viene scavata da millenni da un torrente che scende impetuosamente verso valle.

Noi invece, un po’ meno impetuosamente, arriviamo a valicare anche il San Pellegrino scendendo poi verso Falcade in una veloce discesa che tocca punte del 18%. Percorsi in un batter d’occhio i 6 km di discesa si gira a destra imboccando la salita del Passo Valles.

La salita del Valles, 7 km di salita al 8% media, ma che quasi mai ho visto scendere sotto il 10%, ci ha regalato panorami meravigliosi e un’aria frizzante ci ha accompagnato fino ai 2040 metri del Passo. Arrivati alla vetta siamo stati costretti a fermarci per mangiare qualcosa e rifornirci d’acqua prima di affrontare l’ultima asperità di giornata. Una coca e un toast e giù verso Paneveggio per rifare la discesa in senso inverso (salita di 7km al 6% medio) che ci avrebbe riportato ai 1970 metri del Passo Rolle che nel frattempo si stava nascondendo dietro ad alcuni minacciosi, scuri e freddi e nuvoloni.

Arrivati al passo eravamo ormai rassegnati alla pioggia che incombeva irrimediabilmente su di noi. Ci siamo coperti adeguatamente con manicotti e mantellina per affrontare gli oltre 20km di discesa che ci avrebbe portati a completare il nostro “giretto” sulle Dolomiti.

Il freddo, la posizione quasi innaturale per la discesa, il traffico e naturalmente la fatica accumulata durante tutta la giornata non ha reso la discesa facile e i muscoli, contratti per l’attenzione dovuta necessariamente al percorso, alla fine facevano più male che durante la salita.

Valles

Siamo arrivati a valle senza una goccia d’acqua dopo 110 km e 3200m di dislivello.

Un piede a terra e l’altro ancora agganciato al pedale, ed è già ora del resoconto finale visualizzando i momenti salienti della giornata che avevamo memorizzato durante il percorso, ma tutto viene riassunto semplicemente in un sentimento di grandissima soddisfazione per tutti i tre componenti del gruppo ai quali vanno fatti i complimenti.

Certamente il solito coro di fenomeni mi ricorderà che è un percorso classico delle Dolomiti e che non è certo un’impresa che merita una segnalazione particolare ma voglio ricordare che tutto è relativo e che per me, ultra sessantenne, ex impiegato, categoria sedentario per natura, costituzione corporea “robusto dalla nascita” ed ora pensionato qualificato con specializzazione in controllo cantieri, poter anche solo ipotizzare giri di questo genere e soprattutto affrontarli e superarli è sicuramente motivo di grandissimo orgoglio.

E per LE TERME hip hip hurrà

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