La Pasqua si avvicina e per prepararci all’evento abbiamo programmato una settimana di purificazione fisica e mentale sulle salite prima dei Colli Euganei e oggi anche sui Colli Berici.
Le foto certificano la bellissima giornata di sole ma purtroppo non possono trasmettere le luci, i colori, i profumi e le emozioni che un giro come questo può regalare.
Presenti alla partenza otto scalpitanti ciclisti. Gli assenti saranno stati probabilmente preoccupati dalla difficoltà del tracciato o più semplicemente hanno pensato di andare a lavorare e versare i contributi necessari a mantenere questi vecchi ciclisti in pensione.
Il trasferimento da Abano ai Berici è ormai ordinaria amministrazione ma oggi è stata vivacizzata nuovamente dal nostro uomo di colore (Paolo Maron) che ha forato a Bugano (un vero uomo di colore avrebbe detto che tutti i ciclisti bugano a Bugano) raccogliendo un chiodo grande quanto la Torre Eifel nel proprio copertoncino (ma se era davvero così grande come mi hanno raccontato avrebbe anche potuto vederlo e schivalo, o no!!).
Veloce cambio gomme migliorando il suo record personale di 15″. Tempo precedente di 9’32” in occasione del giro Mesopotamia a dimostrazione che fora sempre e solo lui.
Riprendiamo il nostro giro affrontando subito la temutissima salita di Pianezze che ogni anno diventa sempre più ripida ma che consideriamo una penitenza necessaria per la purificazione pre-pasquale (a proposito Pasquale oggi non c’era). Arriviamo a Villabalzana e giriamo verso Soghe ammirando la vallata e il bel laghetto di Fimon.
Da Soghe a San Giovanni in Monte è tutto un sali e sali (scendi non pervenuto) e a questo punto la purificazione dovrebbe già essere completata ma mi sa che di peccati da espiare oggi ce ne siamo ancora molti.
Pausa caffè e macchiatone dove l’argomento del giorno erano i guanti invernali modello “Polo Nord” del Maron che, probabilmente per problemi di circolazione sanguinea, ha le mani completamente ghiacciate; altro che uomo di colore mi pareva Iceman.
Dopo la ricarica corroborante del caffè ripartiamo percorrendo la bella stradina nel bosco (Via Costabella) che ci porta a Pozzolo e da qui risaliamo via Costa per scendere poi a San Germano dei Berici.
Borgo Campolongo meritava una pausa e una foto di gruppo prima di imboccare la stradina che immersa nel verde del bosco con pendenze a tratti proibitive (personalmente ho letto anche un 25% sul ciclo-computer ma potrei sbagliarmi).
Superata anche questa “stazione” della nostra “Via Crucis” arriviamo a Barbarano da via Garzola ammirando Villaga dall’alto e i lontani Colli Euganei sullo sfondo. Proseguiamo verso Mossano per goderci in discesa i bei tornanti di San Pancrazio (meglio conosciuti come piccolo Stelvio).
Ok ci siamo quasi, portate pazienza, ci manca solo l’immancabile Monte Cereo (El giro no xe beo se no femo anca el Cereo), via San Giorgio (e se la chiamano la maledetta….), Rovolon e poi a dx su via Bettone fino a Teolo. Totale da casa mia 120km e 1300 metri di dislivello.
Concludo anche oggi ringraziando i miei compagni di viaggio che hanno rallentato il loro passo per aspettarmi, ma come ho spiegato loro personalmente, non è che sono scarso, io amo godermi le salite con calma, come un buon piatto di pasta, assaporando ogni singolo boccone e tenendomi magari la parte più importante alla fine perché il ricordo mi rimanga poi più a lungo impresso nella mente.
Credo che la purificazione auspicata all’inizio sia stata completata e ora siamo pronti ad accogliere la Pasqua che ci auguriamo porti la Pace Vera nei cuori di tutti i popoli della terra e non sia solo una pausa tra una guerra e la prossima.