Soave

Ad ogni stagione il suo frutto seguendo il ciclo vitale della natura

Il giro a Soave viene programmato due volte l’anno per apprezzare i frutti che questa generosa terra veronese ci regala. Forse “regala” non è proprio il termine giusto e sarà meglio non approfondire, ad ogni modo a maggio veniamo per assaggiare le ciliegie e a settembre l’uva.

Il premio vale certamente il viaggio e quest’anno, “dicono”, che le ciliegie erano buonissime.

Abano – Lonigo – Soave – Castelcerino
Distanza 130km dislivello 1000 metri

Ma andiamo con ordine. Siamo partiti in 11 determinati ciclisti da Abano Terme puntualmente alle 08:31. Lungo il percorso abbiamo incontrato qualche amico che ci ha accompagnato fino a Lonigo dove avevamo previsto la prima sosta per documentare fotograficamente il passaggio.

Lonigo (centro)

Uscendo da Lonigo ci siamo fermati per visitare nuovamente l’antichissimo Santuario S. Maria dei Miracoli che come potete leggere sullo schema cronologico ha origine antichissime.

Continuando la nostra pedalata siamo arrivati dopo una sessantina di chilometri a Soave che con merito è stata dichiarata il Borgo più bello d’Italia 2022.

A Soave avevamo programmato la nostra abituale sceneggiata napoletana per l’ordinazione dei soliti caffè e macchiatone e per completare l’opera abbiamo scelto, tra i moltissimi bar del corso, l’unico che offriva solo costosi calici di vino e che per scoraggiare gli sprovveduti passanti come noi aveva depennato la scritta “colazioni” dalla propria proposta (vedere la foto della lavagna esposta all’ingresso).

Macchiatone e caffè all’enoteca a Soave

Dopo il corroborante caffè comincia la salita che da Soave che ci condurrà a Castelcerino attraversando il “Giardino dell’Eden” che in questa stagione è pieno di alberi del “Frutto Proibito“: le ciliegie.

“Serpente tentatore”

Nonostante i molti cartelli che vietavano di rubare raccogliere i preziosi frutti, i novelli Adamo ed Eva, non hanno resistito e sono caduti in tentazione. A nulla sono valsi i richiami del Presidente che cercando di dare il buon esempio si è limitato solamente a fotografare il bellissimo paesaggio e le piante traboccanti dei bei frutti rossi.

Nemmeno il passaggio di una macchina delle forze dell’ordine, probabilmente allertata dai proprietari, ha distolto i ciclisti dal loro ignobile atto vandalico.

Naturalmente il Presidente e tutto il Direttivo si dissociano e promettono di infliggere le giuste punizioni ai trasgressori e di prendere le dovute precauzioni perché questi riprovevoli atti non si debbano verificare più in futuro.

Trasgredendo i divieti venuti dall’Alto, i ciclisti peccatori furono così cacciati dal “Giardino dell’Eden” e la condanna comporta una vita che per loro, da ora in poi, sarà piena di dolori e fatiche improbe. Le “maledizioni” di 3:14-20 del libro della Genesi spiegano così perché i ciclisti devono sopportare dolori ovunque, fatiche disumane e venti sempre contrari.

Con questo fardello sulle spalle e con un evidente senso di colpa è cominciato il nostro ancora lungo viaggio di ritorno sul cui andamento stendo un velo pietoso.

Con queste premesse vi do appuntamento al prossimo post dove vi racconterò, con dovizia di particolari, la nostra avventura al Monte Grappa Bike Day di Sabato 21 Maggio dove la condanna ricevuta di dolori e fatiche improbe sarà sicuramente mantenuta.

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