Ai Castelli di Giulietta e Romeo

Oggi abbiamo fatto un altro bel giro in bicicletta nonostante la nebbia delle prime ore e la temperatura ancora abbastanza fresca.

Il trasferimento da Abano a Torri di Arcugnano ormai è diventato di prassi. Siamo saliti ad Arcugnano da via Sacco (Hotel Michelangelo) prima di scendere a Sant’Agostino per la pausa caffè e macchiatoni (stavolta senza sbagliare ordinazione per la gioia della barista).

A Sovizzo parte la salita che porta a Sant’Urbano (Vi), una frazione di Montecchio Maggiore, abbiamo attraversato la SS Trinità, una strada che collega le colline vicentine con la pianura padovana, e siamo sceso a Montecchio Maggiore, il comune dei famosi castelli, noti anche come i castelli di Giulietta e Romeo. Da lì abbiamo affrontato la salita sui castelli, che offrono una splendida vista sulla valle del Chiampo e sui colli Berici.

I due castelli sopra Montecchio Maggiore sono il Castello della Villa e il Castello della Bellaguardia, popolarmente conosciuti come il Castello di Romeo e il Castello di Giulietta. Si tratta di due manieri medievali che si trovano su una collina che domina la valle del Chiampo, a poca distanza l’uno dall’altro. Secondo una leggenda, questi castelli avrebbero ispirato Luigi da Porto, lo scrittore vicentino che per primo raccontò la storia d’amore tra i due giovani veronesi poi ripresa dal più famoso Shakespeare.

Oggi i castelli sono visitabili e ospitano eventi culturali, mostre e spettacoli. Il Castello di Giulietta è anche un ristorante panoramico dove si può gustare la cucina tipica locale. Il Castello di Romeo è invece sede di una cantina che produce vini spumanti con il metodo classico. Entrambi i castelli offrono una vista mozzafiato sul paesaggio circostante e sulla città di Vicenza.

La strada per il rientro prevede di passare da Brendola e superata la salita di Bocca D’Ascesa un’ultima salita per arrivare a Pozzolo prima di rientrare in provincia di Padova e gustarci l’immancabile salitella del Cereo.

Un percorso di 130 km e oltre 1000 metri di dislivello, che ha messo alla prova tutti i partecipanti ma che ci ha anche regalato grandi emozioni, un’altra bella impresa in una giornata fresca, ma soleggiata, ideale per pedalare.

Ringrazio di cuore tutti i lettori del nostro Blog e vi invitiamo a commentare e a suggerire nuove mete da raggiungere in bicicletta.

Per i più distratti ripropongo di seguito la scena surreale già descritta l’anno scorso in occasione del nostro passaggio ai castelli:

Sul balcone dell’antico maniero si sporgeva una moretta dai capelli corti, tipo la brunetta dei ricchi e poveri, e sul piazzale un giovane ciclista, tipo principe azzurro, con la sua bianca “specialized s-works tarmac” nuova fiammante.

E lei dall’alto del suo terrazzino comincia a parlargli così:

Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?
Rinnega tuo padre, e rifiuta il tuo nome!
O, se non lo vuoi, tienilo pure e giura di amarmi,
ed io non sarò più una Capuleti.

Lui la guarda interdetto come se non avesse capito nessuna parola della ragazza.

Quindi lei, con un accento un po’ più vicentino, continua così….

Oh Romeo, Romeo, sei vegnesto al mio casteo?
Oh Julieta, Julieta si son vegnesto in bicicleta.

Oh Romeo, Romeo ma in saita che raporto gheto usà, che rocheo?
Oh Julieta, Julietta tutti i denti go doparà e tanto stufo so rivà.

Oh Romeo, Romeo se podessi te savessi che bevanda che t’offriressi
Oh Julieta, Julieta non me fare indovinei, gheto miga na bireta?

Oh Romeo, Romeo ea bireta no, non posso, ma ghé l’acqua là, nel posso
Oh Julieta, Julieta butta ea treccia che mi monto sol balcon e te dago un bel strucon

Oh Romeo, Romeo brutta storia questa quà, i caveji go tajà, cossa vuto che te butta
Oh Julieta, Julieta se montare non riesso, torno aLe Terme a fare… sesso….

A questo punto il giovane Montecchi (questo pare sia il Cognome del giovane) gira la bici e lascia la brunetta sgomenta..

Poco lontano da noi uno scrittore inglese di nome William Shakespeare, che ha assistito a tutta la scena, ha preso molti appunti e mi sa che scriverà la storia dei giovani amanti, magari aggiungendoci del suo. Ne sentiremo parlare sicuramente.

P.S. Abbiamo riportato fedelmente il dialogo ma non si capisce perché i due giovani all’inizio di ogni frase ripetono sempre due volte il loro nome; forse una particolare specie di balbuzie o un nuovo sintomo del Covid.

Secondo P.S. Altre rime baciate con “Casteo” sono state suggerite dal Gruppo di Ciclisti ma non possono essere riportate per comprensibili motivi di stile.

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