Arsiero, Posina, Passo della Borcola, Rovereto, Pian delle Fugazze, Ossario
Un’altra incredibile pedalata ci ha portato oggi ad affrontare l’impegnativo, ma allo stesso tempo entusiasmante, anello stradale che circumnaviga il maestoso massiccio del Pasubio. Come sempre, ci siamo organizzati con le nostre macchine per trasferirci da Abano a Piovene Rocchette, punto di partenza del nostro emozionante itinerario alla scoperta delle strade e delle montagne che hanno scritto la Storia dell’Italia durante la Grande Guerra.
In sostanza, l’itinerario consiste nell’affrontare due sfide: due lunghe salite che ci portano fino a 1200 metri s.l.m. La prima scalata ci conduce al Passo della Borcola, mentre la seconda ci porta al Pian delle Fugazze. Il meteo è stato a dir poco perfetto. Il cielo coperto ci ha protetto dai raggi del sole che su queste strade ci avrebbe abbrustolito e le temperature sono sempre state piacevoli.
Passo della Borcola
Ad Arsiero, lungo la strada che conduce a Tonezza del Cimone, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Posina. Da qui, inizia una salita di 20 km verso il Passo, con alcuni falsipiani iniziali, ma sempre in salita. Il vero spettacolo inizia subito dopo Posina, quando la strada si inerpica attraverso un folto bosco di betulle, faggi e pini, con 10 tornanti a sinistra e 10 tornanti a destra (totale 19). La pendenza viene scandita passo dopo passo dagli audaci ciclisti, che sussurrano increduli i numeri con voce flebile: 12%, 13%, 15%, 18%, 19%, 21% (esagerato!!), sempre in crescendo, come in un’asta per aggiudicarsi una preziosa e imperdibile opera d’arte.
Arrivando al cartello del Passo della Borcola, che purtroppo è coperto da una miriade di adesivi che ne rendono l’iscrizione quasi illeggibile, i ciclisti giungono in gruppi separati, ognuno seguendo il proprio ritmo. Alcuni sono concentrati nel dare il massimo delle loro performance, mentre altri, più prudenti, si adattano al respiro affannato e ai battiti accelerati del cuore. La soddisfazione di tutti traspare nei sorrisi e negli occhi brillanti per l’eccitazione. Qualcuno sembra persino sorpreso di avercela fatta.
Incontri ravvicinati
Dopo aver inutilmente cercato di famigliarizzare con la fauna locale si inizia la lunga e veloce discesa di 20 km che ci porta a Rovereto lungo la quale il Presidente (sempre lui) apre le danze con la prima foratura di giornata.
A Rovereto breve pausa caffè e subito si risale in bici per la seconda difficoltà di giornata. Per raggiungere Pian delle Fugazze ci aspettano 25 km in salita, anche qui con qualche “risciacquo”.
Eremo di San Colombano
Dopo i primi 2 km, avevamo programmato una breve sosta per ammirare e fotografare lo spettacolare Eremo di San Colombano, che si erge maestoso sulla parete rocciosa. Anche per coloro che lo osservano per la prima volta, è sempre un’esperienza sbalorditiva.
Ci accorgiamo inoltre che la lapide sul punto panoramico riporta un’iscrizione di un grave incidente occorso proprio qui il 29 giugno 1871 (proprio la data odierna) di 152 anni fà. Dopo la breve pausa, ripartiamo sempre in salita sbuffando per la fatica ed ammirando il paesaggio.
Raccoglitori di puntine
Ci sono persone che vanno in montagna per camminare, sciare, pedalare o raccogliere funghi e mirtilli. E poi ci sono persone come noi del Gruppo Ciclistico Le Terme, che vanno a caccia di puntine da disegno. Questa particolare attività di raccolta potrebbe non essere molto diffusa, ma possiamo considerarci degli esperti in materia. La tecnica consiste nel individuare sul manto stradale, e raccoglierle utilizzando rigorosamente il copertoncino della ruota, le puntine che alcuni rappresentanti di articoli per cartolerie disseminano periodicamente lungo la strada per promuovere il turismo nella zona. Proprio come nella ricerca dei funghi, estrarre con le proprie mani quella preziosa puntina dal copertone della bici è un’esperienza unica e appagante.
Oggi, i fortunati cacciatori di queste preziose puntine sono stati Monica, Sebastiano, Nicola e Paolo, il nostro instancabile uomo di colore. Ma tutti gli altri non devono scoraggiarsi, perché arriverà anche per loro una giornata ricca di soddisfazioni di questo genere.
Le operazioni di cambio gomma sono state semplificate grazie alla presenza dell’ammiraglia guidata con maestria dal nostro amico Mauro Stecca, al quale va tutta la nostra gratitudine per la sua disponibilità. È stata un’ottima comodità poter contare su di lui, avendo sempre a disposizione dell’acqua, le nostre mantelline e persino una pompa professionale per gonfiare il fortunato pneumatico. Mauro ha portato per tutto il giorno la sua reflex al collo scattando oltre 100 fotografie dei ciclisti sulla strada che sono tuttora in fase di sviluppo
Sacrario del Pasubio
Commentando queste avventure, siamo giunti con grande soddisfazione al Pian delle Fugazze. Considerando che eravamo in anticipo rispetto alla nostra tabella di marcia, tutti hanno acconsentito alla proposta di prolungare il percorso di alcuni chilometri per visitare il famoso Ossario del Pasubio. La decisione è stata accolta con entusiasmo da parte di tutti, poiché ritrovarsi faccia a faccia con la storia della nostra nazione in un luogo sacro intriso di vita tribolata, sangue e morte di tanti giovani soldati, è un’esperienza unica. L’ossario, situato in una posizione militarmente strategica ma che, dall’alto della montagna, avvicina gli uomini alla sacralità del cielo, ci ha profondamente colpiti.
Birreria
Riprendiamo la discesa e percorriamo velocemente i circa trenta chilometri che ci separano dalle nostre auto, che ci aspettano ansiose alla birreria. Riusciamo persino a perdere contatto con l’ammiraglia e con un membro del gruppo, che ci raggiungeranno al parcheggio con qualche minuto di ritardo.
Prendiamo una birra prima di ripartire? Terrore tra i ciclisti. La birreria è ancora chiusa. Sventura delle sventure, altro che puntine da disegno. Tutto succede nel giro di pochi minuti, cerchiamo un’altra birreria? No fermi tutti, questa riapre alle 16:00. Che ore sono? Sono le 15:58.
Scampato pericolo. Dobbiamo festeggiare anche con una seconda birra. Non ci saremmo più rialzati. Il terzo tempo è sempre la parte più bella di queste nostre escursioni.
Alcuni dei protagonisti in primo piano
Concludiamo questo resoconto complimentandoci a vicenda per questa bella esperienza che vorremmo ripetere fra 15 giorni. Diamo pertanto appuntamento a tutti gli amici ciclisti al Giro dei Passi Rolle, Valles, Forcella Aurine e Cereda.
E per LE TERME Hip Hip Hurrà
Mitici ma veri!!! Bravissimi!!!!