ROLLE – VALLES – CEREDA

La ruota della (s)fortuna

Con la passione e l’entusiasmo contagioso dei gloriosi ciclisti delle Terme, il gruppo ha finalmente deciso di affrontare l’avventura tanto attesa: la conquista delle Pale di San Martino. Nonostante i precedenti rinvii a causa delle avverse previsioni meteo, la determinazione di celebrare la giornata di San Lorenzo, patrono di Abano Terme, pedalando tra panorami mozzafiato ha prevalso su ogni timore.

Le biciclette erano state controllate e preparate con cura, gli zaini erano pieni di rifornimenti energetici e mappe dettagliate della zona. I ciclisti avevano già in mente il percorso da seguire, ma sapevano che la montagna avrebbe potuto riservare delle sorprese lungo il tragitto.

Arrivati al punto di ritrovo nei pressi di Fiera di Primiero si scaricano velocemente le amate biciclette dalle macchine, si indossano scarpette, caschi, guanti, occhiali e si è quasi pronti a partire. Fu in quel momento che un disumano urlo echeggia nella Valle del Primiero.

Veniva dal centro del parcheggio, un grido disperato che racchiudeva in se tutto il terrore della terribile scoperta.
Cos’è successo, quale immane disgrazia ha colpito i nostri gloriosi ciclisti. Tra un’imprecazione e l’altra, il Presidente, autore dell’agghiacciante urlo, riesce a spiegare che alla sua bicicletta manca un accessorio irrinunciabile. Non si tratta della pur importante borraccia o del immancabile ciclocomputer con la traccia del percorso, manca addirittura la ruota anteriore della bici che ha dimenticato di caricare in macchina e sciaguratamente lasciata appoggiata alla ringhiera di casa assieme ai sacchetti della raccolta differenziata di plastica e lattine.

Tra l’ilarità e l’incredulità di tutti i ciclisti si cerca di correre ai ripari. Subito una telefonata a casa per far recuperare la ruota, prima che finisca in discarica. I ritrovamento del pregiato cerchio è stato di grande sollievo.

Si cerca di recuperare telefonicamente una ruota compatibile da qualche negozio che noleggia bici ma ci si deve presto arrendere. Qui si noleggiano ormai solo MTB o E-Bike. Il Presidente dovrà pertanto seguire i compagni dall’ammiraglia messa a disposizione dal solito generoso Maron, assieme al famoso fotografo seriale Mauro Stecca.

Chiudiamo qui il doloroso capitolo dedicato alla ruota della (s)fortuna, ma cercate di immaginare lo stato d’animo dello sventurato e sbadato ciclista.

Il passo Rolle

Con il sole che iniziava a fare capolino tra le nuvole e le temperature ideali per una pedalata, il gruppo si è messo in marcia lungo le strade tortuose e trafficate che avrebbe portato i gloriosi ciclisti euganei prima a San Martino di Castrozza e in seguito a Passo Rolle. La prima salita è stata lunga e impegnativa, ma la vista panoramica sulle famose Pale di San Martino ha ripagato di ogni sforzo.

Durante la salita, i ciclisti si sono incoraggiati a vicenda con battute e scherzi e naturalmente l’argomento “ruota” l’ha fatta da padrone, alleggerendo la fatica e creando una simpatica atmosfera. La vista da lassù era già spettacolare, ma il tratto finale verso le vette prometteva emozioni ancora più intense.

Con cuore e gambe che battevano all’unisono, i ciclisti hanno superato l’ultima curva e si sono trovati di fronte a uno spettacolo mozzafiato: le Pale di San Martino si stagliavano imponenti contro il cielo azzurro macchiato da qualche nuvola che non sembrava però veramente minacciosa. La fatica accumulata era ormai un ricordo, e la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo riempiva l’aria.

L’arrivo sul Passo Rolle è avvenuto, come sempre, alla spicciolata con Simone a pilotare il gruppo e l’indomito Ivano a chiuderlo. Qualche foto a ricordo del nostro passaggio e giù in picchiata verso Paneveggio per imboccare la successiva salita che ci porterà al Passo Valles.

Il passo Valles

Qui le pendenze e la fatica si sono fatte sentire ma tutti i ciclisti sono arrivati alla vetta. Grande soddisfazione per tutti, qualche foto, una barretta o un integratore e pronti a ripartire. A questo punto il pur combattivo Ivano ha saggiamente pensato di desistere e proseguire il giro in ammiraglia in compagnia del Presidente e del fotografo.

Dunque si riparte in veloce discesa verso Falcade e se la salita era stata una sfida di resistenza e volontà, la discesa è stata un’avventura di adrenalina e velocità. I venti freddi che sfioravano il viso e la sensazione di libertà hanno reso il momento ancora più magico.

A Falcade una breve pausa per un bel panino o una fetta di strudel e una bibita ristoratrice mentre si commenta la prima parte del percorso “coglionando” il Presidente per la faccenda della ruota.

Ripartiamo e scendendo lungo l’agordina prendiamo una stradina laterale per evitare la galleria. Si stratta di una strada dismessa a tratti anche sterrata. In un punto, reso scivoloso dalle recenti piogge, accade che Luciano ed Amedeo si ritrovino, senza quasi accorgersene, con le gambe all’aria (o con il culo terra, a vostra discrezione), fortunatamente senza grossi problemi se non per un paio di semplici sbucciature. Questo tratto di strada ha causato inoltre la foratura di Luca, che ha trafficato non poco per risolvere il problema tra i tanti consigli, suggerimenti di come si fa e comunque con il supporto di tutto il gruppo.

Il passo Cereda

Si riparte lasciando la provinciale inforcando una bella ciclabile, seguiti anche qui dall’ammiraglia (roba da ritiro della patente), prima di attraversare l’antico e caratteristico borghetto di Taibon, con le sue tipiche case di montagna e stradine strettissime.

Arriviamo quindi alla base della prossima salita che porta a Forcelle Aurine, il corposo antipasto del Passo Cereda.

Anche qui il gruppo di ciclisti si dispone in rigorosa fila indiana che chilometro dopo chilometro si allunga, si formano gruppetti che salgono a velocità differenti sempre accompagnati dall’ammiraglia che cercava di essere di supporto anche psicologico agli affaticati ciclisti.

Arrivati al passo, e dopo aver ripreso fiato, il gruppo ha iniziato la bella discesa di qualche chilometro, prima di iniziare l’ultima asperità di giornata che porterà a Passo Cereda (nome che ricorda il Passo Cereo ma si tratta di altra cosa….).

Dopo aver superato un paio di rampe non banali il traguardo si avvicina ed i ciclisti sembra ritrovino vigore con l’avvicinarsi della fine delle loro sofferenze. Pur complimentandomi con tutti indistintamente vorrei segnalare l’amico Marco, che sembrava salire con facilità mantenendo sempre la sua perfetta eleganza e compostezza estetica.

Anche a Passo Cereda qualche foto prima di lanciarsi nella lunga e definitiva discesa che porterà i gloriosi ciclisti delle Terme al parcheggio dove avevano lasciato le loro auto in mattinata.

Con il sole che lentamente si abbassava all’orizzonte, il gruppo è tornato alle Terme con cuori colmi di gioia e ricordi indelebili. Il giro del passi attorno delle Pale di San Martino era stata una sfida affrontata insieme, un’esperienza che ha rafforzato l’amicizia e lasciato un segno indelebile nelle loro menti e nei loro cuori. Un’esperienza pronta a diventare una delle storie più raccontate e ridette nelle serate a venire, ricordando l’esperienza della “ruota della (s)fortuna” tra una birra e una risata con glia amici.

Cascatella a Lamon dove al ritorno abbiamo mangiato un buon gelato al gusto dei famosi fagioli

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One thought on “ROLLE – VALLES – CEREDA

  1. Cronaca vera di una vera impresa con veri amici, vere biciclette, a parte una senza una ruota che certifica la vera umanità di un perfetto Presidente che a volte incappa in qualche incidente prima del percorso…

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