Abano – Recoaro – Passo Xon

Dopo essere stato rimosso, attraverso un’unanime decisione, dalla mia carica di cronista del gruppo, avverto una certa esitazione nel descrivere l’esperienza vissuta oggi. Ciò nonostante, considerato che il più titolato Ivano non è ancora pronto per affrontare questo tipo di performance sportive, mi trovo a doverlo rimpiazzare, e giusto per questa occasione, riprendendo il ruolo che avevo conquistato con tanta dedizione.

La mera cronaca

Ore 08:30 – Un nutrito drappello di intrepidi ciclisti sono partiti dalla ridente cittadina termale di Abano per raggiungere la consorella Recoaro in provincia di Vicenza che tuttavia negli ultimi anni ha perso gran parte del suo carattere termale. Si tratta di un percorso di cira 155km, solo per chi parte da Abano mentre io ne ho contati 183, con una difficoltà altimetrica di 1200m.

Ore 09:30 – Il primo intervallo a Longare, sosta idraulica in piena ciclabile, e con la stessa mano ferma una foto di tutto il gruppo, prima della scissione. Scambiamo un saluto veloce con gli amici che optano per un itinerario meno esigente del nostro, e rimasti in dieci siamo subito pronti a rimetterci in marcia, più determinati che pria.

Ore 10:00 – Dopo esserci misurati con la faticosa ascesa nota come “Michelangelo” e raggiunta la dorsale, perdiamo altri due componenti del nostro gruppo che abbiamo subdolamente indirizzato a scalare per la prima volta la disumana salita che da Sant’Agostino porta a Perarolo, detta la “maledetta” o “il cavatappi”. Abbiamo deliberatamente omesso di riferire loro questi soprannomi per non demoralizzarli. Contattati in seguito ho chiesto loro come fosse andata. Mi hanno risposto usando le stesse imprecazioni di Cico, l’amico di Zagor, quello dei fumetti (ricordate?), con parolacce tipo Acc!, Malediz!, Dannazz! (poteva andarmi anche peggio).

Ore 10:30 – Ridotti definitivamente a otto unità giungiamo a Sovizzo da dove parte la salita che ci porterà a Sant’Urbano. Il primo tratto abbastanza impegnativo (un bravo cronista parlerebbe di pendenze a due cifre, ma Ivano non c’è! ). Durante la salita ci accompagna un nugolo di corvi neri dal gracidio sinistro. Sono uccelli considerati di cattivo auspicio, e il presagio di una imminente foratura si fa strada nella mia mente. Gli uccelli persistono nel seguirci, simili ad avvoltoi che annusano la morte del cowboy che avanza lentamente e solitario sul suo cavallo stremato nel deserto, pronti a pasteggiare sui resti dei loro corpi.

Ore 11:00 – Indenne da forature, ci avventuriamo sulla tortuosa strada che si snoda lungo la cresta della collina, per poi scendere bruscamente verso Castelgomberto. Qui, ci concediamo una pausa, gustando un caffè e un macchiatone, accompagnati da alcune soffici brioches (o “brioss”, come avrebbe più elegantemente scritto l’Ivano). Non manca chi, invece, si dedica con gusto all’assaporare un succulento panino farcito.

Ore 11:30 – Con il Presidente sempre a dettare l’andatura, attraversiamo il centro di Valdagno e saliamo pedalando sul largo stradone che ci condurrà a Recoaro. Il Presidente (lo scrivente n.d.r.), figura centrale di questa narrazione, scatta con vigore sorprendente, seminando gli altri ciclisti ammutoliti dalla sua impetuosa accelerazione. Invano tentano di raggiungerlo; ormai, le porte di Recoaro lo accolgono trionfante. Intanto, da fondo gruppo si leva un mormorio: qual era l’ingrediente segreto della mezza brioche del Presidente, capace di scatenare una verve così travolgente?

Ore 12:30 – In centro a Recoaro, ci concediamo una pausa per scattare un’ulteriore memorabile fotografia. Coloro che in precedenza si sono deliziati con il succulento panino farcito, ora si attardano curiosi davanti a uno stand che offre formaggi d’alpeggio e addentano con entusiasmo una mezza forma di formaggio stagionato.

Nell’attesa dei distratti dal formaggio si socializza con un indigeno (nativo di Recoaro) che in bocca sfoggia 5/6 denti alternati ad incastro (tre sotto e due sopra) dei 32 che madre natura gli aveva inizialmente fornito. Ci ricorda che ai tempi d’oro Recoaro era denominata la Valle Smeraldo per i suoi colori o anche la Valle delle Lacrime per le frequenti piogge che alimentavano le miracolose fonti dell’acqua di Recoaro. Ora invece, sempre a suo dire, i corrotti politici locali hanno rovinato tutto e dove fino a qualche anno fa sorgevano le famose Terme tra rigogliose ortensie ora regnano erbacce e abbandono.

Ore 13:00 – Dal centro di Recoaro imbocchiamo la salita che porta dopo 4km a Passo Xon. Si sale alla spicciolata e quelli del panino e del formaggio si attardano. Probabilmente la troppa alimentazione ha provocato l’effetto contrario. Il fiato si fa corto e l’organismo devia tutte le energie verso la digestione a discapito della forrza muscolare necessaria per pedalare con vigore.

Il Pianeta delle scimmie

D’improvviso, emergendo dal folto della vegetazione, mi sembra di scorgere un buffo esemplare di scimmia che, con un misto di derisione e incitamento, si fa beffa dei ciclisti in difficoltà offrendolo loro ancora qualcosa da mangiare e li esorta a non mollare.

Passo Xon

Ore 13:30 – Raggiungiamo finalmente la cima del Passo Xon (700m s.l.m.), che sebbene non sia maestoso come lo Stelvio, ci offre comunque un ottimo pretesto per scendere dalle nostre biciclette e scattare (con un pizzico di narcisismo) delle foto ricordo.

Bene ora si riparte. Il percorso si snoda in una veloce discesa che serpeggia fino a Staro, proseguendo poi verso Valli del Pasubio. Giunti a Staro, ci si imbatte in uno spettacolo inaspettato: un gigantesco scoiattolo sembra pronto a scagliare una enorme ghianda. In questa occasione, non sono il solo a essere catturato da tale visione come prima per la scimmia, così ci fermiamo tutti per immortalare l’insolito momento con una fotografia. Tutti tranne Walter, che, probabilmente spaventato dall’enorme creatura, ha preso la via della fuga a tutta velocità.

Ore 13:45 – Giunti a Valli del Pasubio si è fatta l’ora di mangiare qualcosina.
Qualcosina? Siamo entrati in Farmacia. Farmacia? Si un bar che si chiama proprio così “La Farmacia dei sani”. Qui siamo andati all’assalto di tramezzini e panini come se non ci fosse un domani. ll buffet, ricco di appetitosi stuzzichini, è stato letteralmente spazzato via dal nostro impeto goloso, sotto gli occhi divertiti degli altri clienti. Che figure….di m….

Ore 14:00 – Espletato anche l’incombenza dell’alimentazione non ci resta che rimetterci in viaggio. Da qui mancano solo una settantina di chilometri per Tornare ad Abano e al motto di “tanto da qui è tutta discesa fino a Limena” il presidente si rimette alla testa del suo grappolo di audaci ciclisti e si lancia a velocità sostenuta verso casa.

Ore 16:15 – Raggiungiamo Abano, la nostra destinazione termale, dopo aver attraversato in veloce successione Schio, Malo, e Vicenza ci ritroviamo ora su strade che ben conosciamo, procedendo uno dietro l’altro. La velocità ora è controllata anche per dare modo a tutti di rimanere agganciati al gruppo. Salutiamo prima Simone che si divide dal gruppo a Fossona in direzione Selvazzano. Poco dopo sparisce nel nulla (come era venuto) anche il Mario, un estroso personaggio, ma buon pedalatore, che ci ha seguito oggi per la seconda volta. A Monterosso è la volta di Marco, che è già arrivato a casa. A Montegrotto non salutiamo Mauro che pensavamo ci seguisse e invece è rincasato anche lui. Rimangono dunque il Presidente, il Paolo, il Maron e il Walter che come da tradizione, se superano i 150km si fermano per festeggiare la bella giornata davanti a un bel bicchiere di birra media.

E anche oggi alla fine …. una bella media

Mi auguro che il racconto di questo nostro viaggio in bicicletta riesca a trasmettere l’essenza della passione che ci motiva a pedalare incessantemente per ore. Di fronte alla domanda “perché lo fate?” o “ma chi ve lo fa fare”, spesso rimaniamo senza parole; è complesso spiegare a parole ciò che ci anima. Tuttavia, al termine di una giornata come questa, ci sentiamo appagati, soprattutto interiormente. Uno sguardo reciproco è sufficiente per comprendere che i nostri compagni di avventura, e chiunque pratichi il ciclismo, conosce il significato non detto di ciò che proviamo.

Ora rientro disciplinatamente nei ranghi e lascerò il ruolo di cronista all’amico Ivano, che con più maestria di me saprà narrarvi le nostre scorribande. Solo un clamoroso appello popolare potrebbe indurmi a riprendere questo incarico, o nel caso in cui Ivano si dimettesse, designandomi come suo degno erede.

L’alternativa potrebbe essere anche quella di lanciare su WhatsApp un, ulteriore, sondaggio popolare….

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2 thoughts on “Abano – Recoaro – Passo Xon

  1. Caro Flavio, per me rimani il cronista per eccellenza…. È sempre molto piacevole leggere i tuoi resoconti.

    1. Sono felice che il mia resoconto ti sia piaciuto e ti abbia invogliato a copiare il percoro solo un paio di giorni dopo. Complimenti.

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