Ultime parole famose: Vedrai che non piove …

Era meglio quando c’era lui…

Scommettiamo che non piove?

Quando le previsioni meteo le dava l’indimenticato Colonnello Bernacca, nessuno osava mettere in dubbio le sue parole: se annunciava pioggia, era un dato di fatto. Al massimo, la gente al mattino si affacciava alla finestra, osservava il cielo e decideva se era il caso di fare un giro in bicicletta o meno. Oggi, invece, le previsioni meteorologiche sono frutto di sofisticate analisi scientifiche, che forniscono informazioni dettagliate su località e orari delle precipitazioni, intensità della pioggia, temperatura dell’aria e direzione del vento. Eppure, nonostante la disponibilità di queste previsioni su una miriade di applicazioni, spesso i dati sono così discordanti che diventa impossibile capire con certezza quale sarà il reale andamento del tempo.

Paderno del Grappa, Castelcucco, Colline Silenziose, Forcella Mostaccin, Asolo.

Avevamo programmato questa bella uscita da tempo e nonostante le previsioni meteo non fossero affatto incoraggianti, prevedendo pioggia e un sostanziale abbassamento delle temperature, il coraggioso gruppo di impavidi ciclisti ha scelto democraticamente (rigorosamente per alzata di mano) di accettare la sfida. Con spirito indomito, hanno intrapreso un’escursione che avrebbe potuto, a posteriori, rivelarsi fatale.

Partiti puntuali alle 08:30 da Abano il gruppetto degli undici ciclisti ha puntato decisamente verso nord dove all’orizzonte si stagliavano già una serie di nuvoloni di color antracite che non promettevano niente di buono. L’unica loro speranza era che nelle due ore circa necessarie per raggiungerli, si fossero già scaricati del loro carico d’acqua lasciandoli passare, asciutti, come Mosè tra le acque del Mar Rosso.

Effettivamente dopo le due ore, pedalate con ansia sempre maggiore, il colore dei nuovoloni era cambiato. Si ma da color antracite a nero di seppia. Il vento soffiava impetuoso sfidando il plotoncino di ciclisti. Come un nave nella tempesta affronta di prua l’onda più alta per fronteggiarla con determinazione anche loro si confrontarono con l’oscurità avvolgente e le prime gocce di pioggia a testa bassa.

Colline tonanti

Dal Onè siamo saliti a Paderno del Grappa seguendo una bella stradina alternativa alla più trafficata provinciale per poi proseguire in direzione Castelcucco e le famose “Colline Silenziose” che oggi però erano scosse da tuoni possenti e abbaglianti saette e dunque “Colline Tonanti”.

I meglio istruiti tra noi ci hanno spiegato che questi fenomeni atmosferici hanno luogo quando una massa d’aria fredda si scontra con una massa d’aria ghiacciata (ma non era una fredda e una più calda? Boh)

Malgrado la pioggia battente e il fragore dei tuoni, siamo però rimasti affascinati dalla bellezza selvaggia di questa natura in tempesta.

Forcella Mostaccin

Scendiamo a Valle e imbocchiamo la celebre salita che sale a Forcella Mostaccin e scende poi a Maser. Miracolosamente la tempesta ci concede una tregua e la salita, nonostante sia stata flagellata dal vento rimane asciutta. Il panorama è stupendo e mostra il massiccio del Grappa coperto da una spolverata di neve appena depositata dalle nuvole che ora ci inseguono.

Il drappello di ciclisti sale alla spicciolata e il presidente (lo scrivente) si attarda probabilmente assorto nel memorizzare questi intensi momenti di riflessione.

Maser (no Maserà)

Scendiamo con prudenza a Maser mentre la tragua è finita, anzi, la pioggia aumenta di intesità e ci costringe a cercare rifugio in un bar. Qui prendiamo qualcosa di caldo, prosecco e tramezzino (che di caldo non hanno niente). A qualcuno balena l’idea di chiedere un grosso sacco dell’immondizia per proteggersi dalla pioggia, un’astuzia prontamente imitata da coloro che hanno trascurato di portare anche solo un giubbino antivento

Che freddo. Temperatura 4°

Dopo aver lasciato il bar, siamo ripartiti sotto una pioggia battente. Un freddo glaciale. Il computerino della bici segnava appena 4 gradi. I nostri guantini estivi erano tuttaltro che adeguati al clima e le dita delle mani quasi non rispondono (anche il nostro uomo di colore, il Maron, aveva freddo alle mani, lui che porta guanti riscaldati d’alta montagna anche in estate). Il freddo e la tensione irrigidiscono i muscoli del collo e ne limitano i movimenti. In tutta questa concitazione siamo riusciti anche a sbagliar strada ed ad allungare di qualche chilometro il percorso.

Il rientro via Castelfranco Veneto è molto trafficato e dunque pericoloso. Tuttavia, una piccola consolazione ci viene dal vento che, se all’andata era contrario ora soffia a nostro favore, agevolando il rientro.

Conclusioni

Siamo rientrati ad Abano sani e salvi, senza nessun incidente e tutto è bene quel che finisce bene. Certo poteva anche andarci peggio; per esempio avrei potuto forare in discesa sotto la pioggia (giuro che l’ho pensato).

Devo ammettere che è stata dura, probabilmente per ciascuno di noi, ma a giudicare dalla soddisfazione che si leggeva nella faccia dei ciclisti per aver superato anche questa ardua prova, credo che tutti siano rientrati a casa per una bella doccia calda ma portandosi dentro un bagaglio di splendide emozioni.

Condividi:

Scrivi qui un tuo commento.. anche senza nessuna registrazione..