Le strade del Poeta

8 Agosto 1371

Correva l’anno del Signore 1371. In una calda domenica mattina di agosto una piccola carovana di persone accompagnava lentamente un pesante ma signorile carro coperto, trainato da due potenti buoi bianchi, sulla polverosa strada che da Aponus raggiunge il piccolo borgo di Arquà sui colli Euganei. Il pesante avanzare del carro con le sue ruote in legno ed il rumoroso incedere tra i sassi dei sandali degli accompagnatori si fondeva con l’assordante frinito delle cicale che sembrava seguissero la silenziosa carovana.

Sono partiti alle prime luci dell’alba dalla casa che il Signore di Padova a messo a loro disposizione in Via Dietro Duomo 26/28 ed il percorso più veloce per raggiungere la nuova abitazione di Arquà è di circa 25 km, facilmente percorribili in 6 o 7 ore, ma il Signore, comodamente sdraiato sul carro e assorto tra i suoi libri, ha chiesto di passare per Aponus per vedere con i propri occhi le famose pozze termali che un Dottore suo amico, insegnante alla prestigiosa Università Patavina, descrive come miracolose anche per la sua ormai decennale dolorosa malattia.

Questa deviazione, che allunga il percorso di ulteriori 5 km e di altre 2 ore, prevede di inoltrarsi su sentieri ancor meno sicuri oltre Torreglia, Galzignano e Valsanzibio in una cornice naturale bellissima e probabilmente più pericolosa per incauti viaggiatori, ma gli accompagnatori al seguito avrebbero protetto il Signore con i loro bastoni e pugnali da eventuali attacchi di malintenzionati.

I rumori tra gli alberi, sempre più frequenti, possono essere di animali selvatici che si nascondono o scappano al loro arrivo ma anche di qualche balordo villano del posto venuto a curiosare tra i bassi cespugli per vedere, anche se solo di sfuggita, il famoso personaggio che ha deciso di venir vivere ad Arquà e che avrebbe cambiato il nome del piccolo borgo da Arquà in Arquà Petrarca.

8 Agosto 2021 (650 anni dopo)

Non temete per il mio stato mentale, lo giuro sto bene ma sono questi i pensieri che mi hanno accompagnato questa mattina, in un salto indietro nel tempo di 650 anni. Come potevano essere le stesse strade che oggi percorriamo in bicicletta 650 anni fa? Come vivevano allora i probabilmente pochi abitanti della zona? I profumi ed i rumori che oggi accompagnano i nostri giri sui Colli Euganei sono gli stessi di 650 anni fa?

Non potremmo mai avere delle risposte precise ma vivere queste emozioni durante un giro in bici ed immaginare un passato così lontano, immerso nel verde lussureggiante dei colli, nelle sensazioni, nei rumori del vento tra le foglie o di un uccello che vola via o, come stamattina, dell’assordante frinito delle cicale che ci accompagna durante una lunga, silenziosa e dura salita vale “il prezzo del biglietto” e ripaga della tanta fatica e del caldo sofferto.

Ma veniamo ora alla nuda cronaca della giornata.

Partenza puntuale da Abano alle ore 08:01 con un consistente numero di ciclisti (almeno una ventina) in direzione di Tramonte, Salita di Quota 101, passaggio a Luvigliano ammirando la famosissima Villa Vescovi (FAI), Torreglia, Galzignano, Valsanzibio con la veneziana Villa Barbarigo, immersa nel suo lussureggiante giardino, Monselice, Arquà Petrarca raggiunta seguendo la stradina sotto il Monte Ricco, Baone, Este, Salita di Calaone, vertiginosa discesa dalle “grate” fino a Valle San Giorgio, salita di Villa Beatrice (qui ho avuto le mistiche visioni descritte sopra), discesa verso Fontanafredda (qui abbiamo perso un componente del gruppo ma ritrovato sul finale), Boccon percorrendo la dorsale che costeggia la provinciale sopra Cortellà, quindi Passo del Vento con le sue impegnative rampe, Teolo, Via Bettone, Rovolon (qui abbiamo smarrito altre due pecorelle), Beppi alle scuole, Frassanelle e rientro ad Abano con aperitivo.

Il mio contachilometri indica 105km e 1150m di dislivello. (il Poeta Petrarca ha fatto meno fatica sdraiato sul suo carro).

Bellissima giornata di sport anche se oggi (chiusura dei giochi a Tokio) non ci è stata assegnata nessuna medaglia olimpica.

Appuntamento dunque a domenica prossima dove vi stupiremo con effetti speciali e una sorpresa per tutti…..

P.S. Se qualcuno volesse commentare o suggerirmi un buon dottore potrà farlo nell’apposito spazio dei COMMENTI in fondo a questa pagina e sarà per me un vero piacere leggervi.

Condividi:

3 thoughts on “Le strade del Poeta

  1. Caro Flavio, complimenti sinceri. Per chi come me cavalca la bici per fare al massimo 800 metri le tue descrizioni invogliano, ad averne il fisico, ad aggiungersi al gruppo. Perché non descrivi la fatica del pedalare, ma l’emozione che regala, in un contesto avvincente in cui protagonista è la natura.
    A dispetto dei tempi, il vostro essere gruppo, è fatto di condivisione di amicizia pura e non invece gara finalizzata a dimostrare chi è più forte. E per chi come me, vive le vostre gesta seduto comodo su un divano, si respira la sensazione, non proprio virtuale, di essere partecipe….

Scrivi qui un tuo commento.. anche senza nessuna registrazione..