Ma chi te lo fa fare?

L’articolo che segue non è farina del mio sacco ma un bell’articolo che mi fa piacere condividere nel nostro blog e che spiega quali sono i motivi che ci spingono ad amare il nostro sport.

di Daniele Concordia e pubblicato su www.bicidastrada.it

«Ma chi te lo fa fare?»

Ecco una delle domande più frequenti che fa un “sedentario” quando incontra un ciclista, o uno sportivo in generale.
Inizialmente, quando ero più piccolo, questa domanda mi faceva irritare.
Ora invece sorrido, sorvolo e cerco di evitare discussioni.

Perché in realtà non basta una semplice risposta: la bici non è solo uno sport, è uno stile di vita che in pochi riescono a comprendere fino in fondo.
O meglio, solo chi lo pratica…
Se state leggendo questo articolo vuol dire che un po’ vi interessa, quindi ora ve lo spiego: ecco “chi me lo fa fare” e cos’è per me la bici.

Scoperta

La bici è scoperta.
Di posti nuovi, di se stessi, dei propri limiti e delle proprie paure.
E nel concetto di scoperta voglio includere anche la libertà: tutti noi, sin da bambini, abbiamo desiderato una bici per fuggire, allontanarsi da casa per le prime volte e scoprire posti nuovi.

Oltre al lato più semplice della scoperta c’è anche quello interiore, perché la bici aiuta a conoscere lati del proprio carattere, fragilità e punti di forza che difficilmente emergono nella vita di tutti i giorni.
Vale per (quasi) tutti gli sport, è vero, ma la bici è più figa.
O no?

Benessere

La bici fa bene, è scontato.
Come tutti gli sport di resistenza aiuta a controllare il peso, ad evitare alcune malattie e mantenere i parametri fisiologici in buono stato.
La bici, praticata nel modo giusto, aiuta a restare giovani e tonici. Basta paragonare lo stato fisico di un sedentario e un assiduo pedalatore dopo i sessant’anni per rendersene conto…

Ma fa bene anche alla mente, perché mentre si pedala (e anche nelle ore successive) si vive in pace con se stessi e con tutto il mondo intorno.
La bici fa bene, provare per credere.

Aggregazione

Conosco tante persone, sedentarie o sportive, ma le amicizie più sincere e di lunga data sono nate in bici o sui campi gara, almeno per me.
E a mio avviso non è un caso: solo chi ha la tua stessa passione, o meglio la tua stessa “vocazione”, riesce a capire fino in fondo questa filosofia di vita e a mettersi nei tuoi panni senza giudicare.
In fin dei conti, il vero amico è questo, gli altri sono conoscenti.
La bici è vera aggregazione, perché ti fa sentire parte di un gruppo solido, che nemmeno gli anni o la lontananza possono sciogliere.

Una maestra di vita

Può sembrare un luogo comune, ma la bici è una metafora della vita e insegna davvero tanto.
Insegna a non mollare quando il gioco si fa duro, a superare gli ostacoli invece di aggirarli, a guadagnarsi le ricompense senza barare, a fare sacrifici per qualcosa a cui si tiene…
Insomma, chi ha pedalato (seriamente) da ragazzo, quasi sicuramente avrà una marcia in più nella vita lavorativa e sociale.
La bici ti mette a nudo, cosa che non capita spesso in un mondo fatto di “filtri” e “maschere”, ma che è necessario per guardarsi dentro e farsi un esame di coscienza.

Una sfida con se stessi

La competizione è un lato molto bello del ciclismo, ma per competizione intendo quella contro se stessi.
E’ così che tutti noi dovremmo approcciarci al ciclismo, strada o Mtb che sia, perché il valore aggiunto è la possibilità di mettersi in discussione, porsi degli obiettivi e cercare di superarli con le proprie forze.

Per alcuni può significare ottenere un buon risultato in una gara o migliorare il tempo dell’anno precedente, per altri semplicemente conquistare la vetta di una salita mitica o non perdere le ruote dell’amico più forte e allenato.

Tecnologia

Amo il ciclismo anche perché c’è sempre di mezzo la tecnologia: ogni anno, anzi quasi ogni mese, scopriamo una novità su bici e componenti, che può interessarci oppure no, ma di sicuro rende questo “gioco” ancora più interessante.
La tecnologia aumenta il divertimento e ci mette in condizione di superare alcuni ostacoli che in passato sembravano insormontabili.

Grazie alla tecnologia alleniamo il cervello a non invecchiare e impariamo ad adattarci nel minor tempo possibile,
Ah, impariamo anche a sognare, che non è poco…

Necessità

Vado in bici perché mi diverto e ne ho bisogno: senza andare in bici vivo lo stesso, sia chiaro, ma sto meno bene.
Abbiamo parlato spesso delle endorfine e del loro ruolo nell’organismo (qui sotto trovate un articolo più approfondito in merito). Sono proprio questi “oppiacei naturali” a creare quella sana dipendenza che chi pedala conosce bene.

Per non parlare, per chi è abituato ad attaccare il numero sulla schiena, della scarica di adrenalina che ti può dare una gara. O anche solo l’attesa della gara stessa.
In molti casi è una vera e propria “medicina”, che va somministrata con costanza per ottenere il massimo beneficio.

Daniele Concordia

Ciao, sono Daniele Concordia, biker di nascita ma occasionalmente anche stradista. Corro in Mtb da molti anni, ma ho corso anche su strada da Juniores e U23. Scrivo prevalentemente su MtbCult.it, ma qui sotto troverete anche i miei articoli su BiciDaStrada.it. Qui tutti i miei articoli pubblicati su MtbCult: https://www.mtbcult.it/chi-siamo/daniele-concordia/

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