Il primo appuntamento dei nostri GIRI DEL ZOBA prevedeva il giro del Lago di Garda, un giro che ha sempre un suo fascino e che per questo ha riscosso molte adesioni.
Nei giorni che precedono la fatidica data è stato un continuo susseguirsi di messaggi e di ossessive verifiche delle condizioni meteo, che non erano delle migliori ma che non hanno scoraggiato i 19 iscritti che hanno dato la propria adesione.
19 adesioni? No, uno ha rinunciato a malincuore all’ultimo minuto per un attacco febbrile, ma 18 presenti non era mai successo. Bello, bellissimo anche se la preoccupazione per un gruppo così numeroso sulle trafficate strade del Garda un po’ ci ha preoccupato suggerendoci, per sicurezza, di dividerci lungo la strada in più gruppetti.
Da Abano la trasferta è partita puntuale alle ore 07:01 utilizzando 6 auto stracariche di uomini, donne, bici e tanto entusiasmo, mentre il camper con una coppia agiata ed evidentemente più ricca, ci ha anticipato partendo la sera prima.
Alla partenza da Peschiera del Garda il cielo era decisamente velato e la temperatura non sembrava proprio quella di fine aprile ma l’entusiasmo e lo spirito giusto per queste occasioni ci ha fatto apprezzare anche questa variante. Dopo una raccomandazione alla prudenza e una breve preghiera propiziatoria siamo pronti alla partenza.
Il giro del Lago ci permette di pedalare toccando tre diverse regioni Italiane: Il Veneto (Prov. di Verona), la Lombardia (Prov. di Brescia) e il Trentino Alto Adige (Prov. di Trento). Abbiamo deciso di fare il giro in senso orario, come sempre, per cui da Peschiera del Garda partiamo in direzione di Sirmione e Desenzano, lasciamo la gardesana a Moniga del Garda per seguire le indicazioni di San Felice del Benaco (per chi non lo sapesse Benaco è il secondo nome del Garda) prima di scendere a Portese e la bella Salò che fotografiamo dalla sponda di fronte al porto.
A Salò evitiamo di entrare nel centro, come consuetudine, per paura di incontrare la severa vigilessa dell’anno scorso che ci ha costretto a una lunga passeggiata spingendo a mano le biciclette, e proseguiamo spediti sulla gardesana in direzione di Riva.
Le gallerie del lato bresciano preoccupano sempre i ciclisti per cui anche noi, dotati comunque di luci anteriori e posteriori, entriamo distanziati in tre gruppetti facendo la massima attenzione.
Arrivati a Riva (detta così sembra che l’abbiamo fatta a nuoto) dopo circa 80km ci fermiamo al solito posto per il tradizionale toast. Il vento freddo ci costringe a ripararci sotto i portici per non raffreddarci troppo. Qui scene apocalittiche di ciclisti che cercano di riscaldarsi in ogni modo (birre e prosecchi) e ci salva la compassione del cameriere che accende uno dei funghi a gas che erano spenti da mesi.
Iceman mi mostra le mani che hanno segni di assideramento. Per chi non conoscesse bene l’inglese, come lo conosco io, iceman è composto da due parole Ice (ghiaccio) Man (mani) = man giassà).
Ripartiamo velocemente, anche per riscaldarci, decidendo di non fermarci a Bardolino per il gelato.
Sulla strada del ritorno il gruppo si ferma a Cassone per dar modo al Presidente di sfoggiare la sua grande cultura da “Settimana Enigmistica” e mostrare a tutti Aril, il fiume più corto del mondo (sembra un titolo della Walt Disney). Il fiume più corto del mondo, immissario del Lago più grande d’Italia, misura appena 175 metri dalla sorgente alla foce.
Dopo quest’altra “pillola di sapienza” (le supposte di cultura del Presidente) ripartiamo con vigore in direzione Peschiera ma, poco prima dell’arrivo, siamo costretti a una lunga sosta a causa di un pauroso incidente, purtroppo mortale, tra una moto e un’utilitaria. A perdere la vita scopriamo essere un giovane 42enne che nemmeno il pronto intervento dell’elicottero ha potuto salvare.
Durante questa lunga attesa il nostro uomo di colore (Maron) viene affiancato da un altro uomo di colore (quest’ultimo però un Maron più scuro) che ci ha subito dimostrato la sua simpatia e ironia stando al gioco.
Riusciamo a ripartire facendo ritorno alle nostre auto dove ci aspettava una bella sorpresa. Il nostro “membro anziano” (riferimento non anatomico) ci ha deliziato con dei zaeti veneti fatti in casa (lui che è abruzzese) accompagnati da un fresco prosecchino che ci ha atteso, chiuso nella borsa termica, per tutta la giornata.
Concludendo, se il buongiorno si vede dal mattino, direi che i prossimi tanto attesi appuntamenti de I GIRI DEL ZOBA (che trovate a questo link) ci faranno veramente divertire per cui prenotatevi già da ora anche se i posti non sono limitati.
Ringraziamo naturalmente tutti i partecipanti per lo spirito con cui hanno affrontato questo bel giro che, dobbiamo dirlo, non è sempre scontato (intendo lo spirito giusto).
Bravo Flavio! Cronaca molto attenta e spiritosa di piacevolissima lettura
Complimenti Flavio bravo e attento a tutto non facile organizzare un gruppo così numeroso alla fine tutto bene giro strepitoso. Grazie