Bella giornata di settembre. Alle otto del mattino il sole, ancora basso sull’orizzonte, illumina di rosso Midway Bridge (il ponte di Mezzavia) sul quale si sono dati appuntamento gli amici ciclisti del Gruppo Le Terme che oggi, approfittando anche della bella giornata, sono diretti al Mare Adriatico e più precisamente alla Diga di Sottomarina.
Per cui, utilizzando termini marinareschi, al tocco della campana del primo quarto di guardia del mattino, viene levata l’ancora e lo skipper, vecchio lupo di mare al timone, guida il grande veliero con i suoi 14 uomini di equipaggio (la ciurma) mettendo la prua ad est, poggia leggermente per incontrare i favori della leggera brezza mattutina che gonfia prontamente la vela maestra sull’albero di gabbia. Ora il vento è di poppa e non ci resta che cazzare la randa ed issare lo spinnaker sul bompresso per arrivare in un solo bordo al Porto di Chioggia.
Lo iettatore
Si sa quanto i marinai siano superstiziosi e con queste cose non scherzano. Nonostante questo il nostro membro anziano, reduce da diverse forature nei giorni scorsi, ci comunica di aver sostituito entrambi i pneumatici della sua bicicletta, per cui oggi lui non forerà ed aggiunge: “Dovete stare attenti voi perché oggi rido io”
Siamo arrivati a Sottomarina, senza nessun inconveniente, in un batter d’occhio grazie al nostro Beppone che oggi andava proprio come un motoscafo d’altura e nella sua scia bianca tutti a testa bassa a inseguire.
In centro abbiamo dovuto slalomeggiare in mezzo al traffico rallentato da un incidente di una macchina nera che per evitare un gatto nero travolge una donna in bicicletta che era ancora stesa in mezzo alla strada. E già qui tutti hanno toccato “ferro” ricordando il presagio dello iettatore.
Confidando però nella benedizione appena ricevuta a Monte Berico e quella promessa di Lendinara di domenica prossima, continuiamo il nostro avvicinamento alla Diga dove contiamo di fare le solite foto e prendere caffè e macchiatoni.
Pronti per la ripartenza, un ultimo sguardo al mare ed al Mosè che imitando il grande Patriarca biblico dovrebbe dividere le acque del mare da quelle della laguna in occasione di straordinarie alte maree.
Ma il riferimento al Mosè biblico fa subito venire in mente le 10 piaghe d’Egitto che Dio mandò sulla terra dei Faraoni per aiutare Mosè a liberare il suo popolo:
- Tramutazione dell’acqua in sangue
- Invasione di rane dai corsi d’acqua
- Invasione di zanzare
- Invasione di mosche tropicali
- Morte del bestiame
- Ulcere su animali e umani
- Pioggia di fuoco e ghiaccio
- Invasione di cavallette/locuste
- Tenebre
- Morte dei primogeniti maschi
Il nostro pensiero va subito alla profezia del nostro iettaore e cercavamo di immaginare, scacciandola dalla mente, quale potrebbe essere il flagello divino che incombeva su di noi.
Non abbiamo dovuto aspettare molto, appena ripartiti una catastrofe di dimensione bibliche si è abbattuta su di noi. La cosa peggiore che possa capitare ad un gruppo di ciclisti: ci siamo trovati quasi tutti con le ruote sgonfie ed in molti casi sia la ruota anteriore che quella posteriore.
Momenti di panico, gente che avrebbe voluto strapparsi i capelli (ma avevano tutti il casco per cui diventava difficile), sguardi persi nel vuoto a cercare una logica a quanto appena accaduto. Ma com’è possibile? ma anca ti? Ma daiii no xe posibie.
GUINNESS WORLD RECORS
Mai in tanti anni di bicicletta è successo che su 15 ciclisti, per cui su 30 ruote, 16 si siano forate contemporaneamente. Roba da Guinness dei primati podemo ‘ndare da Jerri Scott su Canale5.
Dopo il primo momento di smarrimento, tutti si sono dati da fare sostituendo le camere d’aria forate constatando che la “moria di gomme” è stata causato da un mona di giardiniere che con il suo decespugliatore stava facendo pulizia in un campetto pieno di rovi lanciando in strada le maledettissime spine che qualcuno si è trovato anche attaccate alle caviglie.
Nel frattempo il nostro iettatore, che per la cronaca non ha forato, si è tenuto costantemente in disparte evitando gli sguardi ed i sommessi insulti che i malcapitati gli rivolgevano evitando però di affrontarlo direttamente per l’evidente timore di ulteriori e più gravi problemi.
Dopo aver fatto la felicità di un certo Tiozzo, (strano che uno a Chioggia si chiami così), il meccanico dove abbiamo comprato per precauzione qualche altra camera d’aria, siamo ripartiti in direzione di casa sempre con un occhio di riguardo allo iettatore che ci seguiva sogghignando dalle retrovie.
Per sdrammatizzare abbiamo intonato in coro la famosa canzone dei Carlos Santana “Coperton espinado” (o era Corazon espinado non ricordo bene).
Problema
Possiamo concludere con un problemino semplice semplice:
Se ci sono 15 ciclisti ed ognuno ha due ruote quante camere d’aria ci sono?
30 Esatto.
E se di queste 30 se ne forano 16 contemporaneamente, quante “resie” in dialetto veneto si possono sentire nel raggio di 10 km, tenendo conto che tra i 15 ci sono 2 abbruzzesi?
Potete scrivere il vostro risultato in fondo alla pagina nello spazio dedicato ai commenti e i primi 16 vinceranno una delle 16 camere d’aria bucate.
Un caro saluto da Sottomarina e appuntamento a tutti per la benedizione a Lendinara.
Bici da strada roba da pensionati e per di più sfigati anca
Non sfigati ma un po’ sfortunati …