Candelora

Ma cos’è la Candelora?

Il nome Candelora deriva dalla tradizione cristiana di benedire le candele che simboleggiano la luce e l’uscita dalle tenebre (l’inverno).

Si tratta di una festa che ha radici nella tradizione contadina e in quella religiosa. La Candelora cade esattamente 40 giorni dopo Natale ed è nota alla Chiesa come Presentazione di Gesù al Tempio, ma ha radici nella tradizione pagana precristiana.

Dal punto di vista meteorologico, dava importanti indicazioni ai contadini sui raccolti. Se il 2 febbraio il clima è mite e soleggiato, vuol dire infatti che la primavera è prossima, mentre pioggia e freddo indicano che l’inverno durerà almeno per altre sei settimane.

Si tratta della data di “inizio” della primavera e giorno che indica la riuscita dei raccolti.

E cosa c’entra la Candelora con i ciclisti del Gruppo LE TERME?

Anche per noi si tratta della fine dell’inverno, la fine delle uscite in incognito, di nascosto dagli amici, con Strava disattivato per non essere sgamati e tutto per mantenere o ritrovare una condizione che ci permetta di uscire col gruppo.

Da oggi in avanti la frase che più si sentirà dire è che sono mesi che non tocco la bicicletta e sono fuori forma e devo ancora smaltire panettoni e cotechini. Peccato che questa sia la bugia più gettonata e che tutti sono quasi pronti a ripartire.

Dunque per verificare se “dall’inverno sèmo fora” come recita la filastrocca abbiamo organizzato un bel giro sulle Colline Vicentine da non confondere con i Colli Berici.

Alla partenza la temperatura era vicinissima allo zero e l’attraversamento del “Regno delle Nebbie” (Maserà, Terradura e Mezzavia) avrebbe potuto scoraggiare il più intrepido dei cavalieri della tavola rotonda. Ma noi, ormai è noto, siamo fatti di altra pasta e all’arrivo al punto d’incontro di Abano siamo stati persino accolti da un scintillante sole che prometteva di riscaldarci a dovere per il resto della giornata.

Siamo partiti di buona lena in direzione Vicenza in silenziosa meditazione sul percorso che ci aspettava con l’aria fredda che ci sferzava le guance. Qualcuno mi chiama al telefono, anzi mi video chiama, e nell’intento di chiudere la comunicazione mi si è bloccato il telefono sulla suoneria e vibrazione che non sono riuscito a disattivare. Morale sono stato per tutte le 4 ore del giro con quel maledetto affare che mi vibrava continuamente dietro (sulla schiena cosa avete pensato).


Ben presto i meravigliosi paesaggi che questa zona del vicentino ci offre hanno smorzato la rabbia per il vibratore che mi portavo dietro. La salita a Creazzo è sempre spettacolare e la strada che, seguendo le sinuose linee della collina, porta a Monteviale vale sicuramente il biglietto. Siamo scesi da Monteviale e attaccato la dura salita di Montemezzo per riscendere a Sovizzo. Da qui non ci resta che salire a Valmarana ed a Arcugnano sulla Strada della Pilla e “correre” a casa, dove, dopo aver consultato un forum su internet alla voce “telefono vibratore” mi è stato proposto tutto un campionario di inquietanti aggeggi che non sto qui a descrivere…

Per fortuna un sito più serio mi ha indicato finalmente il modo di forzare la chiusura del telefono che grazie a Dio è tornato alla sua naturale immobilità.

Tornando alla nostra filastrocca e vista la tonalità di blu che il bel cielo terso di questa mattina possiamo veramente dire che dall’inverno sèmo fora?

Non lo so se ne siamo veramente fuori ma se il buongiorno si vede dal mattino… si può dire che siamo partiti col piede giusto oppure che chi ben comincia è a metà dell’opera (potrei aggiungere anche “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” ma questa non centra niente!!)

Comunque siamo tornati più agguerriti che mai e ne promettiamo delle belle ……


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